RAGGIUNTO ACCORDO UNITARIO SULLA CONTRATTAZIONE

giovedì 30 giugno 2011

Con accordo fermata la destrutturazione del contratto nazionale e definite regole per l'esercizio della democrazia.

Un'intesa, quella raggiunta tra Sindacati e Confindustria, che secondo il Segretario Generale della CGIL: ristabilisce la centralità dei Contratti Nazionali, ricostruisce un terreno di regole comuni e porterà alla certificazione della rappresentanza sindacale nel settore privato.
Nello spiegare le ragioni che hanno portato la CGIL ha siglare l'accordo, Camusso ha voluto sottolineare che, sul piano delle relazioni tra CGIL, CISL e UIL, “si era in assenza di qualunque regola”, una condizione che non permetteva, alle organizzazioni sindacali, di portare avanti, unitariamente, discussioni sulle piattaforme, sugli accordi e verificare con i lavoratori l'esito delle eventuali contrattazioni. Tutto ciò, ha proseguito la dirigente sindacale, “a causa degli strappi verificati con l'accordo separato del 2009” che “prevedeva la possibilità di rapporto con i lavoratori solo in presenza di un'opinione comune tra le organizzazioni sindacali”, mentre, con l'accordo raggiunto ieri, sarà possibile consultare i lavoratori “anche a fronte di opinioni diverse tra i sindacati”. Un metodo di democrazia che dovrà essere declinato “nei regolamenti delle singole categorie”.

Secondo Camusso l'unico modo per ricostruire un percorso comune, superando le distanze accumulate nel tempo con CISL e UIL, è quello di “
ripartire dalle regole e dal rapporto tra le organizzazioni e i lavoratori”. “Se qualcuno ci chiedesse - ha proseguito Camusso - qual è il modello migliore, probabilmente ne avremmo pensato un altro”, ma adesso “siamo nelle condizioni di poter dire che abbiamo delle regole che ci permettono di esercitare la democrazia nel rapporto con i lavoratori”. Questa è la prima ragione, spiega la leader della CGIL che “smentisce tutti coloro che in queste ore stanno dicendo che nell'accordo non c'è democrazia e consultazione, né rapporto con i lavoratori”.
Adesso, ha proseguito Camusso, “chiederemo a CISL e UIL di consultare con il voto i lavoratori sull'ipotesi di accordo raggiunta ieri sera” sulla rappresentanza e la contrattazione. “Ad oggi non abbiamo certezza sulla loro risposta”, ha avvertito la dirigente sindacale, “se non ci fosse la loro disponibilità” per una consultazione unitaria “applicheremo le nostre regole che prevedono la consultazione dei nostri iscritti”, secondo i modi che, eventualmente, deciderà il Direttivo della Confederazione, già convocato per l'11 e il 12 luglio.

Ulteriore elemento di soddisfazione per il Segretario Generale della CGIL, pur consapevole di non essere di fronte ad un nuovo modello contrattuale complessivo, è la battuta d'arresto che che si è data al processo di destrutturazione del valore del 'contratto nazionale', ristabilendo con chiarezza la “gerarchia delle fonti”, ossia: “è il contratto nazionale a determinare cosa può succedere negli altri livelli di contrattazione”. Con queste ragioni la leader della CGIL smentisce chi continua ad affermare che la FIAT trarrà benefici da questo accordo, “perché la fonte diviene il CCNL che la FIAT ha chiesto invece di cancellare”.
Inoltre, viene introdotto dall'accordo raggiunto, il principio che la rappresentanza nel settore privato sarà determinata, come già accade nel pubblico impiego, dalla certificazione degli iscritti e dal voto delle RSU, “ora bisognerà passare, in tempi brevi, alla fase applicativa” ha affermato Camusso.
Un accordo, ha sottolinea la leader della CGIL, che trova una soluzione anche “rispetto a quei luoghi dove non ci sono RSU”, ma che è chiaramente finalizzato alla loro implementazione, perché “sono proprio le RSU che danno la misura della rappresentanza insieme agli iscritti”. “Tutto l'accordo – ha concluso Camusso - è costruito sul fatto che c'è una relazione tra rappresentanza e voto, e non esclusivamente una relazione tra rappresentanza e organizzazioni sindacali”.



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LA CGIL SU FISCO CONTRATTI DEMOCRAZIA

venerdì 24 giugno 2011

Le proposte della CGIL
su fisco, contratti, democrazia, rappresentanza
Tante le questioni trattate dal Segretario Generale della CGIL, Susanna
Camusso durante la conferenza stampa. La leader della CGIL ha ribadito
"un netto no alla manovra economica" del governo che è insostenibile per
il Paese e rilanciato "la proposta di tassare le grandi ricchezze e le rendite
finanziarie con l'obiettivo di ridurre le aliquote più basse"
L'Italia è ancora in grande difficoltà, mentre il Presidente del consiglio
continua a parlare di un Paese che non c'è. La situazione è invece grave
ed è evidente che si sono persi 3 anni. Siamo quelli che crescono di
meno ed è per questo che bisognerebbe smetterla con le bugie e con
le false rappresentazioni. E' stato per esempio raccontato che noi
saremmo a favore della manovra del ministro dell'economia. Noi pensiamo
che se si fa la manovra Tremonti senza prima promuovere la crescita il
Paese non è in grado di sopportarla”. Così Susanna Camusso,
Segretario generale della CGIL, ha voluto precisare oggi con una
conferenza stampa le posizioni della CGIL sulla manovra, ma anche sulla
riforma fiscale e sull'imminente incontro con Confindustria e gli altri
sindacati sulla rappresentanza sindacale e sui contratti.
La manovra sul debito
Per quanto riguarda la manovra, Susanna Camusso è stata chiara: senza un recupero effettivo della
crescita il Paese non è in grado di reggere una manovra di tale entità (40 miliardi di euro). La CGIL
ribadisce quindi il suo netto no ad una manovra che si basi sul taglio delle risorse pubbliche e in
particolare nei settori della sanità, dell'istruzione e del welfare. Si devono scegliere quindi strade
alternative a quelle dei tagli lineari e si deve andare subito nella direzione di una vera
redistribuzione delle ricchezze e della riduzione della diseguaglianza. In ogni caso il tema
centrale deve essere quello della crescita. Senza crescita non solo non si potrà reggere la
manovra, ma diventerà “infinito” l'inseguimento del debito (senza prospettive per il Paese).
La riforma fiscale
Per ridurre le diseguaglianze e contribuire ad un rilancio dell'economia si deve partire dal fisco, ma
anche qui con un approccio molto diverso da quello proposto dal governo. “Bisogna spostare i pesi
a favore di una riduzione della pressione fiscale per i lavoratori e i pensionati”. Con la proposta
del governo si parte invece con il piede sbagliato perché si favoriscono i redditi più alti. La CGIL
rilancia al contrario la sua proposta di tassare le grandi ricchezze e le rendite finanziarie con
l'obiettivo di ridurre le aliquote più basse. A invarianza di gettito, è possibile realizzare uno
spostamento dei pesi della pressione fiscale. Con lo schema delle tre aliquote (20, 30, 40) saremmo
invece di fronte ad un aumento della pressione fiscale per il ceto medio e ad un premio per i redditi
superiori ai 75 mila euro, ovvero la base elettorale di riferimento del Governo.
Per quanto riguarda l'evasione fiscale che in Italia ha un peso enorme, secondo Susanna Camusso
si potrebbero fare intanto alcune cose apparentemente minori. Da una parte si potrebbe abbassare
a 500 euro la soglia della tracciabilità degli scambi in denaro contante, mentre l'economia
sommersa potrebbe intanto essere aggredita rendendo reato penale il caporalato.
Si potrebbero anche realizzare riforme a “costo zero”, come per esempio il coinvolgimento dei
Comuni e delle Regioni nel controllo dell'evasione fiscale fornendo la possibilità agli enti pubblici
di utilizzare parte delle risorse recuperate per finanziare l'allentamento del Patto di stabilità. Inoltre,
oltre alla proposta sul reato di caporalato, sarebbe necessaria una revisione della normativa sugli
appalti sempre con l'obiettivo di far emergere il lavoro nero.


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E INSISTONO ANCORA SULLE PENSIONI

PENSIONI: BASTA MANOVRE SULLA PREVIDENZA

“Se il Governo confermasse le anticipazioni di oggi sulla manovra, saremmo di fronte a una vera provocazione. Rifare una manovra sulle pensioni, dopo la devastazione già effettuata, produrrebbe infatti danni molto pesanti alle prestazioni future e a quelle attuali”. Lo sostiene Vera Lamonica, Segretario Confederale della CGIL con delega ai problemi del welfare e delle pensioni, secondo la quale gli interventi che si prefigurano non solo sono sbagliati perché hanno come unico intento quello di fare cassa, ma sono anche molto pericolosi dal punto di vista concreto: con la modifica dei coefficienti, la verifica non sarà più triennale, ma biennale. Rivedere poi i coefficienti di trasformazione senza rivederne i criteri significa in sostanza dare un durissimo colpo alle pensioni, provocando effetti disastrosi su tutto il mondo del lavoro”.
“Oltre agli effetti generali - prosegue Lamonica - ci sarebbe poi una cattiveria particolare nei confronti delle donne, perché si decide solo l'aumento dell'età pensionabile senza considerare le attuali remunerazioni del lavoro che continuano ad essere molto diverse rispetto a quelle degli uomini e non si considerano i carichi e le responsabilità famigliari che le donne si accollano. Dai primi calcoli, si è capito che donne cinquantenni oggi al lavoro dovranno ritardare la loro pensione in media di 7 anni”. E anche l'ipotesi dell'aumento dell'aliquota contributiva per i parasubordinati al 33%, se non fosse accompagnata dall'introduzione di ammortizzatori sociali per questa fascia di lavoratori e di una garanzia sicura per le loro pensioni, si trasformerebbe, secondo la dirigente sindacale “solo nel fatto che i committenti scaricheranno sugli stessi lavoratori parasubordinati l'aumento della contribuzione previdenziale”. In generale, conclude Vera Lamonica, “per le pensioni in essere non è previsto nessun meccanismo che rivaluti le prestazioni previdenziali che come sanno anche i sassi hanno visto crollare il loro potere di acquisto”.

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NUOVA SEGRETARIA GENERALE DELLO SPI METROPOLITANO DI VENEZIA

martedì 21 giugno 2011

  

Il Comitato Direttivo dello SPI Metropolitano di Venezia, riunitosi il giorno 15 giugno 2011, ha eletto la nuova Segretaria generale dell'organizzazione che sostituisce il compagno Danilo Toccane, nuovo membro della Segreteria regionale veneta, sempre dello SPI.
L'eletta è ANGIOLA TIBONI  alla quale, anche da questo blog, auguriamo buon lavoro assicurandole la nostra  fattiva e sincera collaborazione.

SULLA GUERRA

Riceviamo dal Comitato per la Pace di Portogruaro e volentieri pubblichiamo.



La guerra è un lascito antico. Dobbiamo farla uscire dalla storia


Il cattivo è l’altro, noi siamo i buoni”: la formula è antica ed ha funzionato per secoli per mandare al macello, senza troppo turbamento, milioni di uomini.
Per farlo, contro il nemico di turno si è usata la clava, il coltello, il corpo a corpo.
Poi la clava, la spada, il corpo a corpo sono stati sostituiti da strumenti di morte più sofisticati, azionando un microprocessore che ha tolto al soldato l’orrore di vedere il sangue versato. Ed è stato più facile uccidere.
A partire dagli anni ‘90 del secolo scorso, dopo qualche decennio di relativa pace, almeno dalle parti della “civilissima civiltà occidentale”, la guerra si è insinuata nella storia vestendosi di un surplus di ipocrisia, aggirando elegantemente i trattati universali e le Costituzioni attraverso la rivoluzione delle parole: la parola “guerra” è stata sostituita, infatti, dall’espressione “operazione di pulizia”, meglio ancora dalle parole “esportazione della democrazia”. Per rendere più accettabile l’annientamento di migliaia e migliaia di civili ci si aggiunse l’esistenza, data per certa, delle armi di distruzione di massa, conservate dal nemico – si disse mentendo- nei suoi arsenali.
In tal modo le coscienze divennero docili e consenzienti, nonostante le bombe a grappolo, nonostante le bombe al fosforo, nonostante le caterve di morti innocenti.
Oggi la parola “guerra” è rientrata di diritto nella storia senza più bisogno di mascheramenti: si può usare tranquillamente senza sollevare indignazione e rifiuto, facendone, in più, un multiuso: la si può pubblicamente invocare ed accettare per apparire fermi custodi dei diritti civili che gli altri, non noi, giornalmente calpestiamo o negarla, ma solo per alzare barriere verso i popoli in fuga dal sud del mondo e per aumentare il nostro quoziente elettorale.
La guerra, invece, va fatta uscire dalla storia, così come si è fatto per l’incesto e per la schiavitù. Per rimanere umani. Il “come”non è di facile indicazione. Ma è necessario partire da questa tragica presa di coscienza dell’abisso di inconsapevolezza e di indifferenza cui si è giunti oggi per tentare una possibile strategia collettiva di pace.

Il comitato per la pace di Portogruaro

Giugno 2011
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GRANDE VITTORIA DEMOCRATICA AL REFERENDUM

martedì 14 giugno 2011

Referendum: Camusso, vittoria democratica, sconfitta del governo Urne chiuse in tutta Italia per la votazione dei quattro quesiti referendari. Quorum raggiunto al 57%. Per la CGIL, "con la vittoria dei sì, vince la ragione", con questo voto "gli elettori hanno sancito che l'Italia è un Paese moderno che non vuole tornare indietro, che guarda con fiducia al futuro nel rispetto dei beni comuni"
Con la vittoria dei sì al referendum “vince la ragione”. Lo ha affermato Antonio Filippi, responsabile energia della CGIL Nazionale. “Con questo voto - spiega il sindacalista - gli elettori hanno sancito che l'Italia è un Paese moderno che non vuole tornare indietro, che guarda con fiducia al futuro nel rispetto dei beni comuni come l'acqua, che non deve essere mercificata; con l'energia pulita e rinnovabile, evitando definitivamente la sciagura nucleare che il governo voleva imporre". Un referendum che, ha proseguito Filippi "ha affermato anche un altro concetto fondamentale: in uno Stato di Diritto, i cittadini di fronte alla legge devono veramente essere tutti uguali”.
Camusso, risultato referendum è sconfitta politica. “Si tratta di una sconfitta politica, non c'è dubbio”. Così il Segretario Generale della CGIL Susanna Camusso parla dei risultati del referendum, da piazza Bocca della Verità a Roma, dove i comitati referendari per il sì stanno festeggiando.
Credo - ha aggiunto Camusso - che si stia rafforzando il vento contrario al governo e che proprio un governo serio dovrebbe meditare sulle sconfitte di questo periodo. Penso che il governo abbia numerose prove che il Paese sta pensando ad altro e che vorrebbe altre politiche, prima o poi dovrebbe riflettere e trarne le conseguenze”.  "Vince - ha concluso la leader della CGIL - la democrazia sui temi dell'acqua, dell'energia e della giustizia uguale per tutti''. 


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TUTTI AL VOTO

giovedì 9 giugno 2011

MANCANO SOLO POCHI GIORNI
AL 12 E 13 GIUGNO, DATA    DEL
REFERENDUM.


IMPEGNAMOCI     TUTTI       PER
CONVINCERE  PARENTI   AMICI
E   CONOSCENTI, INNANZITUTTO
AD   ANDARE    A  VOTARE  ED A

                  VOTARE 4 SI


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4 SI AL REFERENDUM

lunedì 6 giugno 2011



25.332.487

QUORUM DEL 50%+1 DEGLI ELETTORI


            4 SI
AI QUESITI REFERENDARI

Lo SPI CGIL invita anziani, giovani, occupati e disoccupati, donne e uomini a votare SI al referendum di domenica 12 e lunedì 13 giugno perché una cultura, una società diversa e più giusta sono possibili, con un piccolo gesto.

·        Cibo, aria e acqua non possono dipendere dall’interesse privato. Per noi e per i nostri figli dobbiamo esigere che i beni comuni rimangano e diventino diritti comuni, quindi di tutti e soprattutto di chi è in difficoltà e non potrebbe permetterseli.
Ai quesiti n° 1 e 2 contro la privatizzazione dell’acqua, VOTA SI

·        Chernobyl e Fukushima sono la dimostrazione che con il nucleare non c’è sicurezza. Non possiamo e non vogliamo consegnare ai nostri figli un Paese ed un mondo sotto continua minaccia. Dobbiamo pretendere da subito stili di vita e di consumo diversi e investimenti per fonti di energia rinnovabili.
         Al questito  n° 3, contro il nucleare, VOTA SI

·        Ogni cittadino si sente tutelato e libero solo se è certo di essere uguale agli altri. Difendiamo il ruolo e l’autonomia dei Magistrati e con esso il quotidiano lavoro di tutte le forze dell’ordine e garantiamoci che la giustizia sia realmente uguale per tutti.
    Al quesito n° 4, contro il legittimo impedimento VOTA SI



                                            ______________________

DARIO VERGASSOLA

mercoledì 1 giugno 2011

Nell’ambito della festa di LiberEtà dello SPI CGIL del  Veneto Orientale,


SABATO 4 GIUGNO 2011
al palazzetto dello sport di
NOVENTA DI PIAVE
(Via Guaiane, 37)



     Dario Vergassola

                               IN

SPARLACON ME

E ORA I REFERENDUM

REFERENDUM

Dopo le elezioni amministrative del 29 e 30 maggio scorso, che hanno visto l’affermazione in molte città e province italiane del centro sinistra, un altro importante appuntamento elettorale attende gli italiani domenica 12 e lunedì 13 giugno.
Bisognerà andare a votare su quattro referendum: due sulla privatizzazione dell’acqua, uno sul nucleare ed un altro sul legittimo impedimento.
E’ importante non solo votare ma far votare più cittadini possibile, poiché il voto è valido solo se si raggiunge il quorum di votanti del 50% più uno.
E’ quindi importante votare e votare quattro SI