CRESCE IL WELFARE CRESCE L'ITALIA
Conferenza nazionale 'Cresce il Welfare cresce l'Italia', 1 e 2 marzo a Roma |
Oltre 50 organizzazioni, tra le quali la CGIL, promuovono due giornate di confronto e mobilitazione per discutere del futuro del nostro sistema di protezione sociale e, dunque, della nostra democrazia - |
Oltre cinquanta organizzazioni, tra le quali la CGIL, promuovono per l'1 e il 2 marzo due giornate di confronto e mobilitazione sulle Politiche Sociali dal titolo 'Cresce il Welfare, cresce l'Italia'. I lavori della Conferenza nazionale inizieranno giovedì 1 marzo alle ore 10 per poi riprendere alle ore 9 del giorno successivo e si terrano presso il Centro Congressi Frentani, in via dei Frentani, 4 a Roma. “Il welfare - si legge nella nota dei promotori - quello straordinario complesso di aiuto e promozione offerto ai cittadini dalla sanità, dall’istruzione, dalla previdenza e dall’assistenza pubbliche, è il risultato più alto realizzato dalle democrazie europee. Ed è stata una condizione essenziale per lo sviluppo economico e sociale che l’Europa ha conosciuto dal dopoguerra a oggi”. I promotori dell’iniziativa considerano, quindi, “non più sostenibile, come ha evidenziato con chiarezza la crisi economica e finanziaria che stiamo attraversando, una prospettiva che veda nel welfare un mero costo, un freno alla crescita economica. Piuttosto, invitano gli attori politici, economici e sociali a ragionare insieme su un nuovo patto per il sociale, una nuova idea di responsabilità collettiva, che tenga insieme libertà e uguaglianza; sviluppo economico, sviluppo sociale, giustizia redistributiva. A Roma, il 1 e il 2 marzo, si parlerà di questo, con chiunque vorrà confrontarsi, perché non è più rinviabile una discussione pubblica, tra opinioni differenti, sul futuro del nostro sistema di protezione sociale e, dunque, della nostra democrazia”. CGIL Nazionale, SPI CGIL e INCA, con la Rivista delle Politiche Sociali e Auser, sono tra i promotori dell'iniziativa. ---------------------------------------------------------- |
SULLE CASE DI RIPOSO
Al via la campagna Spi-Cgil “Aprite quelle porte” per la dignità degli anziani
PENSIONI E COESIONE SOCIALE
SPI CGIL, rapporto Coesione sociale, occorre tutelare i redditi da pensione |
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“Occorre tutelare i redditi da pensione, pesantemente colpiti dal governo Berlusconi e ora anche dall’ultima manovra. E’ un appello che rivolgiamo a tutta la politica”. E’ quanto ha dichiarato il Segretario generale dello SPI CGIL Carla Cantone commentando i dati diffusi oggi da ISTAT, INPS e Ministero del Lavoro e contenuti nel Rapporto sulla Coesione sociale. “E’ del tutto inaccettabile – ha continuato Cantone - che nel nostro paese quasi il 50% dei pensionati non arrivi a percepire 1.000 euro al mese. In questi anni ai pensionati è stato chiesto tanto. E’ giunta l’ora di restituire loro qualcosa mettendoli nelle condizioni di vivere un’esistenza libera, autonoma e il più possibile serena”. “E’ un problema – ha concluso il Segretario generale dello SPI CGIL - che la politica non può in nessuna misura sottovalutare e del quale deve occuparsi il prima possibile se non vuole favorire l’ulteriore impoverimento degli anziani”. ----------------------------------------------- |
NON AUTOSUFFICIENZA
LEGGE SULLE PENSIONI
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SUL LAVORO AI GIOVANI
Lavoro: CGIL, dov'è il Piano del governo per i giovani? Vere emergenze: precarietà e disoccupazione
“Sono oltre tre milioni i precari in Italia, ma se al dato ISTAT si sommano tutte le forme di lavoro falsamente autonome non conteggiate, risulta che quasi il 50% dei giovani occupati è precario. Ora anche la Cgia di Mestre parla di oltre 3 milioni di giovani precari. La vera emergenza è questa, non i licenziamenti facili”. Lo sostiene Fulvio Fammoni, Segretario Confederale della CGIL.
“Questi numeri - spiega il dirigente della CGIL - saranno rapidamente superati, visto che nelle nuove assunzioni la percentuale di lavori temporanei è salita ormai all'80%. A questo si aggiungono poi i due milioni e trecentomila disoccupati e oltre un milione di lavoratori interessati dalla cassa integrazione, dati entrambi purtroppo in crescita”.
Sempre secondo Fammoni, ci sono poi un milione di part time involontari con un numero di ore così basso da essere assimilabili alla condizione di precari a tutti gli effetti. Si calcola poi che ci siano tre milioni di persone sfruttate col lavoro nero e sommerso. “Questa è dunque la situazione del lavoro in Italia - spiega - si tratta di nove milioni di persone in grandissima difficoltà col lavoro. Il tema da affrontare e risolvere è questo e la propaganda sui licenziamenti facili oltre ad essere palesemente sbagliata, serve solo a nascondere questa gravissima realtà”.
“La prima verifica è rappresentata dunque dall'utilizzo degli 8 miliardi di euro promessi dalla Ue per l'occupazione giovanile - conclude Fammoni - dov'è finito il Piano del Governo per il lavoro stabile per i giovani?”.
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ANCORA SULLE PENSIONI
Pensioni: CGIL, il Senato deve intervenire per cambiare le norme
Migliaia i lavoratori che rischiano di rimanere senza stipendio e senza pensione. La CGIL rilancia l'allarme: ecco un primo elenco delle aziende coinvolte
“Si deve trovare subito una soluzione per tutti i lavoratori in mobilità, per tutti gli esodi, per tutti gli accordi individuali e collettivi, insomma per tutti quei lavoratori che per diversi motivi rischiano di rimanere senza lavoro, quindi senza stipendio, ma anche senza pensione”. L'allarme viene lanciato da Vera Lamonica, Segretaria confederale della CGIL con delega ai problemi previdenziali e del welfare.
Secondo la CGIL, non è dato sapere quanti siano effettivamente i lavoratori coinvolti perché le fattispecie interessate sono tantissime (accordi collettivi, accordi individuali, piccole e piccolissime aziende, uscite senza ammortizzatori, ecc.). “Comunque si tratta di un numero molto superiore a quello che il Governo lascia intendere e di quel bacino coperto dalle risorse stanziate finora – spiega Lamonica – ma in questo momento è sicuro che vengono rimessi in discussione anche accordi di aziende grandi e importanti, o perché sono stati sottoscritti nel lasso di tempo tra il 4 e il 31 dicembre 2011, o perché prevedono la risoluzione effettiva del rapporto di lavoro successivamente al dicembre 2011”.
La drammaticità della situazione per migliaia di lavoratori e lavoratrici è resa evidente dai primi elenchi parziali delle aziende interessate.
Per il settore metalmeccanico, Agile/Eutelia (386 esuberi), Alenia (747), Fiat Irisbus (653), FIAT Termini Imerese (640), Fincantieri (1240), Selex Elsag (230), Wirpool (495). Per il settore edile: Rdb (137), Unical (50). Per il farmaceutico, Sanofi (460), Sigma Tau (569). Nel settore dei servizi: Poste italiane (2000), Defendini (400), Telepost (125). Per il trasporto aereo: Alitalia/Meridiana e altre (5000, 4 anni di CIG più 3 di mobilità dal 2008). Poi ci sono tante altre procedure ancora aperte, tanto per citarne una, l'Alcoa con 1000 lavoratori coinvolti.
“Ma tutti questi casi – spiega Vera Lamonica – sono purtroppo solo la punta di un iceberg molto consistente. Si tratta di un drammatico limbo, di migliaia di storie individuali di persone a cui non si dà ancora nessuna risposta certa”.
“Abbiamo conquistato il risultato che la Camera riaprisse la discussione – dice ancora Lamonica – ma le modifiche apportate non sono sufficienti. Bisogna garantire a tutte le fattispecie interessate la data del 31 dicembre. Bisogna aumentare le risorse previste, non bisogna fare riferimento alla data effettiva di risoluzione del rapporto di lavoro, bensì a quella di sottoscrizione degli accordi”.
“Come è evidente – conclude la dirigente della Cgil – i guasti provocati al mercato del lavoro da una riforma violenta quanto immotivata, sono molto pesanti e vanno immediatamente affrontati e risolti. E ora il Senato può farlo”.
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ARMI
Tavola della Pace: campagna "Taglia le ali alle armi" .
Si è incontrato nei giorni scorsi a Roma il Direttivo della Tavola della Pace, che, come noto, riunisce Enti locali, associazioni cattoliche e laiche, i sindacati, tra cui la CGIL.
Al centro della discussione la campagna“Taglia le ali alle armi”, con cui la Tavola, insieme alla Rete Disarmo e a Sbilanciamoci, intende arrivare ad un ripensamento da parte del governo e del parlamento sulla commessa da oltre 15 miliardi di euro per l'acquisto di 131 caccia bombardieri Joint Strike Figther F-35.
Evitare questa spesa risponde sia a valutazioni di inopportunità in relazione ai pesanti tagli alla spesa pubblica e alla spesa sociale che il governo ha imposto, di fronte alla crisi del debito e alle pressioni europee, sia a considerazioni in merito alla spesa militare e al modello di difesa del nostro paese.
Lacampagna si articolerà in varie iniziative di informazione, sensibilizzazione-pressione nei confronti del governo e dei parlamentari, una giornata nazionale con iniziative locali (100 città) di informazione e protesta-proposta per sabato 25 febbraio.
E' già attiva una raccolta di firme cartacea e on-line (www.didarmo.org/nof35) che ha già raccolto circa 50.000 adesioni.
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AUTOSUFFICIENZA
SPI CGIL, bene Balduzzi sulla non autosufficienza. E’ una questione di civiltà.
“Apprezziamo l’impegno che si è assunto oggi il Ministro per la Salute Renato Balduzzi sulla non autosufficienza”. E' il commento dello SPI CGIL che aggiunge “il governo deve recuperare le scelte scellerate di chi lo ha preceduto, che ha azzerato il Fondo nazionale lasciando quasi 3 milioni di persone senza alcun tipo di assistenza”.
Per il sindacato dei pensionati della CGIL “quella della non autosufficienza è davvero una questione di civiltà e un paese come il nostro non può non considerarla come uno dei temi principali della propria agenda”.
“Ora – conclude lo SPI CGIL - occorre lavorare su tre fronti ovvero sulla prevenzione, sul sostegno delle persone fragili affinché non diventino non autosufficienti e su nuove forme di assistenza e di cura per chi lo è già”.
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