venerdì 30 marzo 2012


Aumentano le addizionali IRPEF. Ancora una misura iniqua  

Nonostante il federalismo fiscale non sia più al centro del dibattito pubblico e politico, gli effetti di alcune delle norme già varate in materia nella precedente Legislatura (Governo Berlusconi) e in quella attuale (Governo Monti) iniziano a farsi sentire. Da gennaio di quest'anno sono aumentate le addizionali regionali e comunali, malgrado gli ingenti tagli ai servizi e nessuna riforma strutturale del sistema fiscale tesa a ridurre l'eccessiva pressione fiscale sui redditi “fissi”.
La CGIL in più occasioni si è espressa sulla necessità di costruire un modello di federalismo fiscale ispirato a principi di equità e solidarietà, condivisi nei territori, in grado anche di correggere le distorsioni oggi esistenti nel nostro sistema fiscale caratterizzato al tempo stesso da un netto sbilanciamento dell'imposizione a svantaggio dei lavoratori dipendenti e dei pensionati, a favore delle ricchezze “improduttive” (sommerso, grandi patrimoni, rendite finanziarie, etc.), e da una disuguaglianza evidente del prelievo locale che grava pesantemente sui cittadini residenti nelle regioni del Mezzogiorno.
Tuttavia, allo stato attuale nessuno dei provvedimenti finora approvati si pone l'obiettivo di contrastare queste tendenze, con la conseguenza che, da un lato, le divaricazioni territoriali economiche e sociali continueranno ad aumentare e, dall'altro, che i lavoratori dipendenti e i pensionati continueranno a subire incrementi di prelievo tributario.


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giovedì 29 marzo 2012






IMU = PATRIMONIALE SUI PENSIONATI
AUMENTI DA 300 a 1000 €. IN PIU’
Si corra subito ai ripari


Una vera e propria patrimoniale sui già magri redditi dei pensionati italiani.
E’ questo quello che rischia di diventare l’IMU, la nuova tassa sulla casa, se il Governo non correrà subito ai ripari.

Il prelievo, infatti, peserà per un 20-30% in più rispetto alla vecchia ICI per l’effetto combinato dell’aumento dell’aliquota e della rivalutazione delle rendite catastali.
Si tratta di una spesa aggiuntiva che può variare, a seconda delle città e delle dimensioni dell’abitazione, dai 300 ai 1.000 euro.

“Così come è stata delineata dal governo – ha dichiarato il Segretario generale dello Spi-Cgil Carla Cantone - l’IMU finirà per colpire in modo profondamente errato gli anziani e soprattutto quelli che vivono in alloggi magari grandi e collocati nelle zone centrali delle città”.
“Le storture di questo provvedimento sono evidenti – ha continuato Cantone – perché sono state previste detrazioni per tutti quelli che hanno figli a prescindere dal reddito senza pensarne altre per anziani soli, monoreddito e sicuramente non ricchi e facoltosi”.
Chiediamo pertanto – ha concluso il Segretario generale Spi-Cgil – al Governo e a tutti le forze politiche di intervenire subito per evitare un ulteriore accanimento nei confronti dei pensionati italiani”.

Roma, 28.3.2012


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Pensioni: CGIL, CISL e UIL si mobilitano il 13 aprile contro la riforma
Per la Confederazione è "necessario risolvere la drammatica situazione di migliaia di persone senza più stipendio e senza pensione, insieme allo scandalo delle ricongiunzioni onerose”
Per risolvere la drammatica situazione delle migliaia di persone senza più stipendio e senza pensione, e per chiedere una soluzione allo scandalo delle ricongiunzioni onerose, la CGIL, insieme a CISL e UIL si mobiliterà venerdì 13 aprile.
“La mobilitazione unitaria del 13 aprile sarà una mobilitazione di tutti i lavoratori”, ha affermato il Segretario Generale della CGIL, Susanna Camusso, riferendosi a quei lavoratori che con la riforma delle pensioni sono diventati 'esodati': “dovevano accedere alla pensione - ha spiegato - invece non hanno nè lavoro, nè ammortizzatori sociali e sono alla ricerca di una soluzione". "Penso, inoltre, - ha proseguito - a tutti coloro che per effetto delle norme delle finanziarie del governo precedente si trovano a dover affrontare ricongiunzioni molto onerose per poter ricostruire le loro carriere pensionistiche”.
Come già annunciato dalla CGIL il capitolo delle pensioni non è chiuso e per questo scenderà in piazza a Roma, inieme a CISL e UIL, per contrastare quei provvedimenti del governo “profondamente iniqui, privi di qualsiasi gradualità, pensati e fatti esclusivamente per fare cassa”. 

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mercoledì 28 marzo 2012




Pensioni: Mobilitazione nazionale della CGIL a Roma il 17 aprile
Per la Confederazione è "necessario risolvere la drammatica situazione di migliaia di persone senza più stipendio e senza pensione, insieme allo scandalo delle ricongiunzioni onerose”
“Ogni giorno che passa diventa più chiaro ed evidente quanto la riforma delle pensioni sia profondamente iniqua, priva di qualsiasi gradualità, pensata e fatta esclusivamente per fare cassa”. Lo sostiene Vera Lamonica, Segretaria confederale della CGIL con delega ai problemi previdenziali e del welfare.

“Non importa poi che a pagarne i prezzi siano le donne, i giovani, i lavoratori, i pensionati – dice la dirigente della CGIL – per noi, però, la partita delle pensioni non è chiusa. È urgente affrontare subito la drammatica situazione di quelle lavoratrici e quei lavoratori che si trovano oggi senza lavoro, con gli ammortizzatori sociali conclusi o in via di conclusione, senza reddito e lontani dalla pensione. Così come va risolta l'assurda situazione di chi, pur avendo versato i contributi in gestioni previdenziali diverse, si vede costretto a sborsare cifre elevatissime per far valere e riunificare la contribuzione versata”.

“C'è poi da ricordare – conclude Lamonica - che le nuove misure sulla previdenza hanno portato l'età di pensionamento oltre i 70 anni, ma hanno praticamente vanificato la recente normativa sui lavori usuranti, peraltro già ampiamente insufficiente. Ciò non è possibile. I lavori, infatti, non sono tutti uguali: ci sono lavori più gravosi di altri. È per tutte queste ragioni che la CGIL promuove per il 17 aprile una mobilitazione nazionale a Roma”.
 
 
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martedì 27 marzo 2012

 

Clima: la CGIL aderisce all'iniziativa 'l'Ora della Terra' per un futuro sostenibile

“La lotta ai cambiamenti climatici va sostenuta, e rappresenta la sfida necessaria per garantire a noi e a tutte le popolazioni della terra, un presente e un futuro sostenibili”. Con queste parole la CGIL aderisce all'iniziativa 'l'Ora della Terra' promossa dal WWF in tutto il mondo. Il 31 marzo, dalle ore 20.30 alle 21.30, la CGIL insieme alle sue numerose Camere del Lavoro e Categorie, si unirà alle migliaia di aderenti: istituzioni, imprese enti, cittadini e cittadine e spegnerà la luce nelle sue sedi. Anche l'ITUC (International trade union confederation) ha dato la sua adesione.
'L'Ora della Terra' è un'iniziativa, nata nel 2007 nella città di Sidney. Nel 2011 ha raccolto l’adesione di oltre 2 miliardi di persone per circa 5200 città in 135 nazioni, coinvolgendo contemporaneamente comuni cittadini, istituzioni, sindacati, imprese e associazioni.
“Lo spegnimento della luce, contemporaneo in tutte le nostre sedi, moltiplicherà il valore dell'adesione della nostra organizzazione e concorrerà a sostenere un gesto simbolico in favore della lotta ai cambiamenti climatici e dello sviluppo sostenibile” spiega la CGIL ribadendo, inoltre, la consapevolezza che “questo spegnimento, per un'ora soltanto, è poca cosa rispetto all'enormità dei rischi che incombono sul Pianeta per l'insensato e insostenibile sfruttamento delle sue risorse e dell'ambiente che ci ospita”.
Tuttavia, prosegue la CGIL, “pensiamo che questa mobilitazione mondiale volontaria possa alimentare la consapevolezza diffusa e concorrere insieme alle tante iniziative ed esperienze a fare pressione, in vista della Conferenza di RIO+20, sui diversi Governi, nazionali e sovranazionali, perché promuovano rigorosamente con politiche adeguate ed efficaci, la transizione ad una economia a basse emissioni di carbonio”. Questa direzione, conclude la CGIL “è obbligata, pena compromettere irrimediabilmente la possibilità di avere un futuro per la terra e i suoi abitanti”. 


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lunedì 26 marzo 2012

SPI CGIL, basta maltrattamenti e violenze sugli anziani nelle case di riposo.
 
“Ancora una casa di riposo clandestina. Ancora maltrattamenti ad anziani soli, indifesi e non autosufficienti. Ancora aguzzini che guadagnano sulla pelle delle persone più fragili e più deboli. E’ ora di dire basta. C’è bisogno di un risveglio collettivo per far emergere tutte quelle strutture residenziali che non sono a norma, che non svolgono correttamente la propria funzione e che approfittano della condizione di indigenza degli anziani offendendo e calpestando la loro dignità”. E’ questo il duro commento del Segretario Generale dello SPI CGIL Carla Cantone in merito al blitz dei carabinieri che ha portato alla scoperta di una casa di riposo clandestina a Rocca Priora, in provincia di Roma, dove risiedevano almeno dieci anziani in condizioni di assoluto degrado.
“Ci rivolgiamo alle istituzioni - ha continuato Cantone - affinché mettano fine a questa piaga avviando un’attività di controllo a tappeto su tutto il territorio nazionale. Ma ci rivolgiamo anche ai familiari, agli operatori, alla cittadinanza chiedendo loro di vigilare di più e di segnalare alle autorità competenti l’esistenza di case di riposo clandestine e di tutte quelle dove gli anziani vengono maltrattati e abusati”.
“Le strutture residenziali - ha concluso il Segretario Generale dello SPI CGIL - devono essere strutture aperte ai controlli e alle visite di parenti e di esterni e devono diventare luoghi dove gli anziani possano vivere un’esistenza il più possibile dignitosa e serena. Ne vale della civiltà del nostro paese”.







venerdì 23 marzo 2012


ORDINE DEL GIORNO CONCLUSIVO DEL COMITATO DIRETTIVO
CGIL NAZIONALE    DEL 21 MARZO   2012

Il Comitato Direttivo nazionale della CGIL valuta grave e inaccettabile, per ragioni di metodo e di merito, il modo con il quale il Governo ha inteso concludere il negoziato sulle modifiche legislative del mercato del lavoro. Mentre il Paese precipita nella recessione, anche per le scelte compiute dallo stesso Governo, si è deciso di guardare ai mercati finanziari e di garantire le scelte sbagliate di politica economica europea non dando alcun valore alla coesione sociale nella prossima fase del Paese, in assenza di politiche di crescita che diano risposte all’occupazione e al Sud.
Infatti il Governo non ha mai inteso modificare in alcun modo le proprie proposte
sull’art. 18 con l’obiettivo di rendere più facili i licenziamenti ingiustificati. Mentre
sono state accolte buona parte delle richieste di Confindustria e delle piccole
imprese il Governo si è mosso in continuità con le sue precedenti scelte. Con la
modifica del sistema pensionistico, con le liberalizzazioni per quanto riguarda i
lavoratori del trasporto  pubblico e del commercio, con le iniziative fiscali
reintroducendo l’Imu sulla prima casa, aumentando le aliquote Irpef regionali e
comunali, aumentando l’Iva e le accise sulla benzina, si è voluto scaricare sul lavoro
e sui pensionati l’emergenza finanziaria frutto anche del fallimento del Governo
precedente.
Il giudizio di merito che si può dare sull’insieme del negoziato è il seguente:
-  c’è un’evoluzione, che per noi certo non basta, delle forme di precarietà in  ingresso, dovuta alle richieste del Sindacato, ed in particolare della CGIL, durante il negoziato;
- è sempre grazie al nostro lavoro che è dovuto il miglioramento per durata e quantità dell’ASPI (il nuovo assegno di disoccupazione) rispetto all’attuale IDO anche se non è ancora garantita l’universalità degli ammortizzatori sociali in particolare modo per gli attuali precari e per i lavoratori delle piccole imprese mentre si sono pesantemente indebolite le tutele dei lavoratori più anziani e si restringono quelle oggi operanti nel Mezzogiorno (anche se siamo riusciti a spostare il tutto al 2017)
si è demolito l’effetto di deterrenza dell’art. 18 quale diritto ad una tutela per far valere l’insieme dei diritti, aprendo all’unilateralità del potere aziendale nella vita concreta nei luoghi di lavoro.
Si apre oggi una grande battaglia e una grande sfida nel Paese e nella comunicazione, nei territori e nei luoghi di lavoro. L’obiettivo di questa battaglia deve essere quello di radicali proposte di modifica ai provvedimenti del Governo da presentare all’insieme del Parlamento.
Tali modifiche dovranno innanzitutto riguardare la conferma e il miglioramento dei risultati ottenuti sulla precarietà garantendo prospettive di qualità per il lavoro dei giovani, l’universalità del sistema degli ammortizzatori verso i precari e le piccole imprese e il reinserimento della mobilità per i lavoratori over 50.
Sui licenziamenti le modifiche dovranno riguardare la ricostruzione
dell’effetto di deterrenza dell’art. 18 a partire dalla riconquista della reintegra
come diritto essenziale per la tutela dei lavoratori coinvolti nel licenziamento.
Il Comitato Direttivo della Cgil proclama 16 ore di sciopero per tutti i settori, parte delle quali verranno concentrate in un’unica giornata con manifestazioni territoriali in una data a breve decisa dalla Segreteria nazionale sulla base dei calendari parlamentari.
Il Comitato Direttivo della CGIL chiama tutta l’Organizzazione a gestire le ore
di sciopero per una fase di mobilitazione assolutamente straordinaria
attraverso una campagna massiccia di assemblee, anche con ore di sciopero,
una raccolta di firme che demistifichi la campagna che i provvedimenti vanno
a favore dei giovani e dei precari, iniziative verso le singole imprese perché
manifestino dissenso per le scelte del Governo sui licenziamenti,
manifestazioni davanti al Ministero del Lavoro dei lavoratori in accordi di
mobilità, in esodo o licenziati, oltre  a tutti quelli che oggi sono rimasti coinvolti o imprigionati dalla modifica delle pensioni in lunghi periodi senza nessuna tutela del reddito, manifestazioni davanti al Ministero della Funzione Pubblica e della Pubblica Istruzione per i contratti pubblici e per la riduzione della precarietà nel pubblico  impiego, articolazioni di scioperi aziendali, territoriali e categoriali con l’obiettivo di rendere diffusa ed evidente la mobilitazione nel Paese con un forte coordinamento confederale nazionale.
A conclusione di questo percorso il Direttivo nazionale della CGIL si riconvocherà per valutare la fase e le ulteriori iniziative che verranno ritenute necessarie.

Approvato con 95 sì, 2 no e 13 astenuti



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giovedì 22 marzo 2012



La CGIL si prepara a una mobilitazione dura che cambi le norme del governo
“I provvedimenti del governo sul mercato del lavoro, uniti alle precedenti scelte contengono un evidente tratto di ingiustizia verso lavoratori e pensionati e ripercorrono le strade di altri paesi sul superamento del modello sociale europeo. Il governo punta a imporre un ruolo residuale del sindacato confederale italiano e delle forze sociali e a introdurre un modello assicurativo individuale al posto del patto sociale storico”. Così Fulvio Fammoni, Segretario Confederale della CGIL, ha introdotto i lavori del Direttivo della CGIL riunito a Roma per discutere le contromosse del sindacato.

“Nel corso dei tre anni di governo Berlusconi – ha spiegato Fammoni -  abbiamo svolto un ruolo fondamentale: abbiamo tenuta aperta la speranza di cambiare. Ora dobbiamo passare ad una fase diversa dobbiamo ottenere risultati tangibili e mirare ad un disegno sociale e culturale alternativo: il primo nostro obiettivo è la modifica in parlamento delle norme proposte dal governo a partire da quelle sull'articolo 18”.

Fammoni ha analizzato punto per punto tutte le proposte del governo per la riforma del mercato del lavoro, smontando anche molte delle affermazioni dello stesso governo in particolare sui giovani e gli ammortizzatori. Al contrario moltissimi sono i punti ancora non risolti, soprattutto per quanto riguarda l'accesso dei giovani e per quanto riguarda l'universalità degli ammortizzatori sociali.

“Con le nuove norme – ha detto Fammoni – è molto facile prevedere che nei prossimi due/tre anni si avvii un vero e proprio processo di espulsione di massa di lavoratori ultracinquantenni che si troveranno senza lavoro e senza aver raggiunto i requisiti per la pensione. Con la fine prospettata della mobilità ci sarà un incentivo oggettivo ad espellere il maggior numero di lavoratori e le norme sul lavoro si mescoleranno a quelle sulla pensione. Migliaia di persone potrebbero così restare senza lavoro e senza pensione”.

Fammoni ha criticato anche i meccanismi di accesso alla nuova Aspi e la necessità di fare di più per la cancellazione delle variegate forme di contratto falso autonomo, che nascondono lavoro subordinato a tutti gli effetti.

Fammoni ha anche spiegato che il ruolo del sindacato nel corso della trattativa ha portato comunque a risultati. “Abbiamo introdotto il tema della crisi e dell'emergenza occupazione, spostato la fine degli ammortizzatori in deroga oltre il 2012. Abbiamo ottenuto che la Cassa integrazione straordinaria fosse mantenuta, mentre l'ipotesi iniziale era la sua cancellazione, una transizione di 5 anni".

Altri risultati sono in tema di stage, tirocini con la cancellazione di una delle forme più precarizzanti come gli associati in partecipazione ma le proposte del governo sui licenziamenti facili e sulla cancellazione dell'istituto della mobilità non vanno bene, così come occorre un vero sistema universale di ammortizzatori sociali. Per questo la CGIL si farà carico di una sua proposta da presentare in Parlamento per cambiare quella del governo.

In ogni caso la CGIL è già pronta a dare battaglia contro le norme proposte dal governo per la riforma del mercato del lavoro e in particolare per l'articolo 18 dello Statuto dei lavoratori. Una mobilitazione che sarà dura e articolata e che punta a ottenere risultati concreti durante il dibattito parlamentare della riforma. “Non sarà la fiammata che si esaurisce in un giorno che il governo ha messo in conto e abbiamo il dovere di portare a casa dei risultati prima che si avvii un biennio di espulsioni di massa nelle aziende”, ha detto oggi Fulvio Fammoni, segretario confederale, introducendo la riunione in corso del Direttivo nazionale.

Ecco una prima scaletta di massima delle iniziative:

1) Petizione popolare per raccogliere milioni di firme
2) Iniziative specifiche con i giovani per contrastare le norme sbagliate sul precariato
3) Campagna nazionale a tappeto di informazione in tutti i territori
4) Prime mobilitazioni nei posti di lavoro e nei territori
5) Assemblee in tutti i luoghi di lavoro
6) Avvio del lavoro con la Consulta giuridica per i percorsi legali (ricorsi, ecc)
7) 16 ore di sciopero: 8 per le assemblee e iniziative specifiche e 8 ore in un'unica giornata con manifestazioni territoriali e assemblee nei posti di lavoro. La data sarà definita sulla base del calendario della discussione in Parlamento. 
 
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NO DELLA CGIL ALLA PROPOSTA DI RIFORMA DEL MERCATO DEL LAVORO

mercoledì 21 marzo 2012

Diciamo no perché la proposta del governo smonta l'articolo 18. Riforma squilibrata
L'obiettivo principale del governo sembra essere proprio quello di introdurre la libertà di licenziamento. La riforma è squilibrata anche per quanto riguarda il superamento del dualismo del mercato del lavoro. Lo ha spiegato il Segretario Generale della CGIL, Susanna Camusso, ieri sera (20 marzo) alla fine dell'incontro a palazzo Chigi con il governo. Con la proposta governativa - ha spiegato il Segretario Generale - viene meno l'effetto "deterrente" dell'articolo 18. E' anche molto significativo il fatto che la parte relativa all'articolo 18 non sia mai stata davvero messa in discussione e che il problema della lunghezza dei processi sia stato dirottato verso la riforma della giustizia. Come per le pensioni, ancora una volta i prezzi più alti si chiedono ai lavoratori. Ora la parola passa al direttivo. Giovedì nuovo appuntamento. Non ci sarà un accordo da sottoscrivere, ma una "verbalizzazione". Poi si andrà in Parlamento

AVVIO MENSA SOLIDALE

martedì 20 marzo 2012

E' stato dato inizio ieri, presso il centro sociale anziani  "Pertini" di Portogruaro, alla mensa solidale ideata e promossa da insegnanti della Scuola Media Bertolini, della Scuola Primaria IV novembre, dall'Auser "Il ponte"  e dallo SPI-CGIL Lega Lemene.
La mensa è aperta alle persone sole del territorio o che hanno difficoltà a prepararsi il pranzo.
E' aperta  dal lunedì al venerdì per i giorni del calendario scolastico alle ore 13,30.
Per gli operatori volontari che si sono messi a disposizione, l'esperienza di questo primo giorno è stata certamente interessante ed utile ed anche degna di avere continuazione. 
Sarà anche occasione per iniziative didattiche che la scuola potrà organizzare.

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venerdì 16 marzo 2012

UN COLPO AI DIRITTI DEI GIOVANI, DELLE DONNE, DEI LAVORATORI E DEI PENSIONATI

Il governo aveva promesso agli italiani che avrebbe agito con equità, che avrebbe eliminato i privilegi, che non avrebbe fatto cassa con le pensioni, che avrebbe cercato soluzioni in favore delle donne e dei giovani. Le promesse non sono state mantenute. La riforma previdenziale Monti Fornero è profondamente iniqua, manca di qualsiasi gradualità, è stata fatta solo per fare cassa e colpisce pesantemente i diritti delle donne, dei giovani, dei lavoratori e dei pensionati.
Ecco come il governo ha messo le mani sulle pensioni:

- ha aumentato di colpo l'età pensionabile delle lavoratrici di 5, 6, ed anche 7 anni;-
- ha peggiorato notevolmente i requisiti per il diritto a pensione per coloro che stanno nel sistema contributivo (da 5 a 20 anni di contribuzione e per poter ottenere la pensione è necessario raggiungere un importo mensile pari a 643,50 euro), penalizzando così proprio i giovani, i lavoratori precari e le donne,che saranno costretti a lavorare fino a 70 anni (e poi di più per l'incremento dovuto alla speranza di vita) dal momento che la pensione verrà corrisposta solo a tale età con 5 anni di contribuzione effettiva e
senza alcun riferimento all'importo del trattamento;
- ha legato tutte le età pensionabili all'incremento relativo alla speranza di vita senza più alcuna certezza sul diritto a pensione;
- ha abolito il sistema delle quote per la pensione di anzianità;
- ha aumentato il requisito dei 40 anni di contribuzione per il diritto a pensione, indipendentemente dall'età anagrafica, legando peraltro il requisito stesso all'aumento relativo alla speranza di vita;
- ha previsto pesanti penalizzazioni per coloro che maturano i nuovi requisiti per il diritto a pensione anticipata prima del compimento del 62esimo anno di età;
- ha stabilito dei vincoli finanziari e numerici per coloro che sono stati derogati dall'applicazione della nuova normativa (lavoratori in mobilità ordinaria, in mobilità lunga, esodati, prosecutori volontari, titolari di prestazioni di sostegno al reddito, esonerati dal servizio). Si tratta di una vera a propria lotteria considerato che tale questione coinvolge moltissimi lavoratori. Molte lavoratrici e molti lavoratori
rischiano di rimanere per un lungo periodo di tempo senza alcun sostegno economico e senza pensione;
- non ha previsto alcuna tutela per coloro che sono stati stati licenziati e che sono attualmente disoccupati;
- ha di fatto vanificato la normativa sui lavori usuranti;
- ha bloccato per due anni la rivalutazione automatica delle pensioni per coloro che sono titolari di una pensione pari 3 volte il trattamento minimo INPS (1.405,00 euro lordi).
IN SOSTANZA A PAGARE IL CONTO DELLA MANOVRA ECONOMICA NON SONO STATI I REDDITI ALTI, GLI EVASORI FISCALI O I GRANDI PATRIMONI MA LE DONNE, I GIOVANI, I LAVORATORI, I PENSIONATI.
La partita delle pensioni non è chiusa. È necessario:
- risolvere subito il problema di chi ha perso il lavoro e di chi lo perderà per effetto di accordi di mobilità o di esodo
- ripristinare una vera flessibilità e comunque, fin da oggi, prevedere una maggiore gradualità per l'età di pensionamento delle donne
- garantire delle pensioni dignitose ai giovani e alle donne che sono più esposti a lavori discontinui e a basse retribuzioni
- rivedere i requisiti per il diritto alla pensione anticipata e comunque togliere le penalizzazioni per chi raggiunge il diritto a pensione prima dei 62 anni di età
- rivedere complessivamente la normativa sui lavori usuranti nella consapevolezza che “i lavori non sono tutti uguali”
- garantire il potere di acquisto delle pensioni.

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BISOGNA FERMARE IL MASSACRO SIRIANO

Siria: a un anno dall'inizio della rivolta, fermiamo il massacro! Trattativa e dialogo sono l'unica soluzione
Il 15 marzo del 2011, nella città della Siria meridionale di Dar’a, un gruppo di ragazzi, colpevole di aver scritto sui muri della scuola “il popolo vuole la caduta del regime” ed “è venuto il tuo turno, dottore” (riferendosi al presidente Bashar al Assad), viene prelevato e trattenuto dai servizi segreti. Tre giorni dopo, Il 18 marzo,  la protesta si scatena a macchia d’olio, le piazze  si riempiono di gente stanca della prepotenza del regime,  che chiede maggiore partecipazione democratica e giustizia sociale.  Accanto ad aperture di facciata, il governo Assad si mostra completamente chiuso ad ogni confronto con una protesta, per mesi, completamente pacifica, e scatena una durissima repressione.

Ad oggi più di 8.000 persone sono morte, 30.000 siriani si sono rifugiati nei vicini paesi (Libano, Giordania e Turchia) e circa 200.000 persone risultano essere sfollati interni, secondo i dati delle Nazioni Unite. Il paese è militarizzato, la protesta ha preso anche vie violente, settori dell’esercito hanno disertato, i cecchini di regime sparano sulla folla mentre si è costitutito un Esercito di Liberazione Siriano (ELS), sostenuto da una parte dell'opposizione della diaspora. E’ guerra civile.

Né le denunce dell’Alto Commissario ONU per i Diritti Umani sulle ripetute violazioni dei diritti umani e la mancanza di protezione e di sicurezza della popolazione siriana, che rimane alla mercé della violenza del regime, né l’embargo commerciale, il congelamento dei beni ed il divieto di espatrio alle persone vicine alla famiglia Assad sono state in grado di indurre il regime  a cessare la repressione e a consentire l’accesso degli aiuti umanitari alla popolazione sotto assedio e sfollata. Il tardivo intervento di una missione di osservatori della Lega Araba e, ora, dell'inviato speciale dell'ONU, Kofi Annan, non sembra in grado di produrre un cessate il fuoco e l'avvio di una confronto tra il regime e le opposizioni.

E' chiaro che ogni possibile soluzione interna è condizionata dagli interessi delle potenze regionali e dei paesi confinanti per Il ruolo strategico della Siria nello scacchiere medio orientale.  Lo scenario di un nuovo intervento militare esterno, con il rischio sempre più vicino di una escalation di guerra regionale, con il coinvolgimento di Iran e di Israele, nel mezzo delle transizioni politiche che vivono Tunisia, Libia, Egitto, è lo spettro rievocato da più parti,  ed il costo, iniquo e pesantissimo, che si vorrebbe far pagare alla popolazione. Le petromonarchie del Golfo (Arabia Saudita e Quatar, in primis), la Turchia, gli Stati Uniti vorrebbero approfittare della protesta popolare per liberarsi di un regime inviso non tanto per la repressione interna, quanto per la sua alleanza con Mosca e Teheran, che, a loro volta, insieme alla Cina, sostengono incondizionatamente Assad.

E non sarà certo il tentativo ultimo del regime di Assad Al Bashar di dar corso alle “riforme “con il referendum dello scorso febbraio, boicottato dalle opposizioni e realizzato in un clima di guerra civile, o le elezioni annunciate per il prossimo mese di maggio, con il paese dilaniato dalla violenza e dalla repressione, a ricostruire la convivenza.

L’unica soluzione per la Siria e per la regione è la via del dialogo tra le diverse realtà religiose, etniche e politiche, nel riconoscimento e nel rispetto delle diverse identità, nella riconciliazione, nella giustizia, nell’affermazione del principio universale del diritto di autodeterminazione e di libertà di ogni popolo. Troppo tempo è già andato perduto, speriamo non irrimediabilmente.

La comunità internazionale, l'Italia e l'Europa – ancora drammaticamente divisa e inadeguata nel giocare un ruolo politico-diplomatico in un'area così importante  e vicina – devono impegnarsi per il raggiungimento di questo obiettivo, tanto ambizioso quanto necessario, richiedendo con fermezza, in ogni sede che la sicurezza, la protezione e l’assistenza umanitaria della popolazione siriana siano garantite.

Il regime siriano, responsabile di crimini contro l'umanità,  deve immediatamente adottare il cessate il fuoco, fermare la repressione, liberare i prigionieri politici.  Le stesse forze di opposizione ed i gruppi armati all’interno del paese dovrebbero accettare una tregua e chiedere l'avvio di un processo di transizione democratica.

La priorità, la responsabilità e la coscienza di ogni persona deve essere rivolta a garantire l’accesso degli aiuti umanitari alla popolazione civile, al di là di qualsiasi calcolo politico.

La politica deve tornare al centro, sulla base dei principi del diritto internazionale e dei diritti umani universali, per la pace, la sicurezza ed il benessere per tutti. 
 
 
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ASSEMBLEA PUBBLICA DELLA NOSTRA LEGA SPI

martedì 13 marzo 2012




Governo Monti
Rigore, equità, sviluppo:
solo enunciazioni o realtà ?



Ne parleremo in ASSEMBLEA PUBBLICA


VENERDÌ 16 MARZO 2012
alle ore 16.00
presso la Sala “Berlinguer”
Via Candiani - Concordia Sagittaria


INTRODUCE
Pietro ANESE - Segretario SPI CGIL Lega Lemene

***   dibattito   ***

CONCLUDE
Danilo TOCCANE - Segretario SPI CGIL Regionale Veneto





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MARTIRE DELLA CGIL

lunedì 12 marzo 2012

Mafia: CGIL, Rizzotto martire per democrazia e libertà in Sicilia
Dopo 64 anni è stato ritrovato il corpo di Placido Rizzotto, il Segretario della camera del lavoro di Corleone assassinato dalla mafia il 10 marzo del 1948. La Confederazione ringrazia la Polizia e la Magistratura, e avverte "nel suo nome lotta continua"
“Finalmente, dopo 64 anni, Placido Rizzotto, martire della lotta per la democrazia e per la libertà in Sicilia, potrà avere la sua tomba e i cittadini democratici un luogo dove portare un fiore e versare una lacrima”. Così in una nota la CGIL nazionale commenta la notizia del ritrovamento del corpo di Placido Rizzotto, il Segretario della camera del lavoro di Corleone assassinato dalla mafia il 10 marzo del 1948, nel ringraziare “per il brillante risultato la Polizia di Stato e la Magistratura, che hanno condotto indagini rigorose, coronate da questo importante successo”. La Polizia scientifica di Palermo ha infatti attribuito i resti di uno scheletro, trovato nel settembre 2009 in una foiba della località Rocca Busambra al partigiano e sindacalista Placido Rizzotto.

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PENSIONI ED AMMORTIZZATORI

giovedì 8 marzo 2012


Comunicato stampa

Risorse da pensioni per gli ammortizzatori sociali innescherebbe guerra fra poveri

                    Dichiarazioni del Segretario generale dello Spi-Cgil Carla Cantone


Dopo la campagna sulla riforma delle pensioni improntata sulla divisione tra giovani e anziani se ne sta aprendo una analoga sul reperimento delle risorse da destinare a quella degli ammortizzatori sociali.

Per lo Spi-Cgil, però, non è pensabile che queste siano recuperate dall’intervento sulle pensioni e dal blocco dell’indicizzazione annuale perché per noi la partita che riguarda pensionati e pensionandi non è conclusa e deve essere assolutamente riaperta.
Altri scenari, che non vogliamo nemmeno immaginare, innescherebbero solo l’ennesima ed inutile guerra tra poveri.
Al paese serve ben altro ovvero quel segno di equità che è mancato finora nelle scelte del governo ma anche che si parli finalmente di crescita, di occupazione, di ammortizzatori sociali per tutti, di sanità e di assistenza, non dell’articolo 18.

E’ evidente che servono risorse ma prima di spendere ciò che è stato tolto ai pensionati si dica piuttosto qualcosa che assomigli alla giustizia sociale a partire dall’istituzione della patrimoniale sulle grandi rendite e dal taglio agli sprechi e ai privilegi. Le risorse tolte al sistema pensionistico devono essere investite prima di tutto per le pensioni stesse, sia per quelle di ieri che per quelle di oggi e di domani.

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OTTO MARZO: GIORNATA DELLA DONNA


In occasione della giornata internazionale delle donne dell’8 marzo desideriamo ricordare le donne delle zone rurali di tutto il mondo che contribuiscono in maniera significativa al benessere delle loro famiglie e delle comunità e alla costruzione di società ed economie sostenibili. In questa giornata, chiediamo l’adozione di misure che consentano a tutte queste donne di vivere e lavorare con dignità.
Le donne costituiscono il 43% circa della forza lavoro agricola nei paesi in via di sviluppo e più del 70% della forza lavoro in alcune economie ad alta intensità agricola. Che lavorino come coltivatrici, come lavoratrici salariate, o come imprenditrici, le donne delle zone rurali si prendono cura anche dei bambini e dei più anziani e si fanno carico di molte responsabilità. Attraverso i loro molteplici ruoli, le donne contribuiscono in maniera fondamentale allo sviluppo rurale.
Le donne delle zone rurali percepiscono un salario inferiore a quello degli uomini e hanno meno opportunità in termini di accesso all’istruzione, alla formazione, alle tecnologie e alla mobilità. Le loro giornate lavorative sono più lunghe di quelle degli uomini sia che svolgano lavori retribuiti che  non retribuiti. Inoltre, gran parte delle loro attività non vengono riconosciute in quanto non remunerate e confinate alla sfera domestica. Si prevede che, in molti paesi, con il protrarsi della crisi economica, il lavoro non retribuito delle donne aumenterà, riducendo la loro capacità di trovare un lavoro produttivo.

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SCIOPERO METALMECCANICI FIOM

martedì 6 marzo 2012


'Democrazia al lavoro', il 9 marzo la mobilitazione delle tute blu della CGIL
Sciopero generale e manifestazione nazionale della FIOM CGIL a Roma il 9 marzo

Dopo gli edili, a scendere in piazza a Roma saranno i metalmeccanici della CGIL. Le tute blu della FIOM incroceranno le braccia per otto ore, venerdì 9 marzo e manifesteranno a Roma. Il corteo partirà alle ore 9.30 da piazza della Repubblica per concludersi in Piazza San Giovanni.
'Democrazia al lavoro' è questo lo slogan scelto dalla FIOM CGIL per la giornata di mobilitazione nazionale, indetta dal sindacato per “riconquistare il Contratto a partire da FIAT, estendere l'occupazione i diritti e l'art.18, garantire il reddito e la cittadinanza”, come scritto sui manifesti che riempiono le vie della capitale.
Mi auguro fabbriche vuote e piazza San Giovanni piena” ha affermato il Segretario Generale della FIOM CGIL, Maurizio Landini ricordando gli obiettivi della manifestazione: “difendere il contratto, bloccare le scelte della FIAT contro le libertà, aprire una discussione sulla politica industriale col Governo, ma anche mantenere l'articolo 18, riformare il mercato del lavoro riducendo la precarietà ed estendendo gli ammortizzatori sociali a chi non ce li ha e l'introduzione del reddito di cittadinanza”.
L'appello al mondo della cultura e alla società civile. La FIOM CGIL invita tutta la società civile e al mondo della cultura a partecipare alla giornata di protesta, perchè la perdita di democrazia e diritti non riguarda solo i metalmeccanici, ma tutti i lavoratori che sono stati i primi a subire gli effetti della crisi economica e sociale che sta investendo il paese. Un appuntamento essenziale per tutti coloro che credono nella democrazia, nella giustizia sociale, nella libertà, nell’informazione libera e in un lavoro stabile con diritti. E in questo senso sono fondamentali il diritto allo studio, l’accesso alla cultura, la valorizzazione del patrimonio artistico e delle competenze” recita l'appello di adesione lanciato dalla FIOM per il 9 marzo.
L'invito ai Parlamentari a dire la loro sul comportamento della FIAT. La FIOM CGIL ha inoltre inviato una lettera a tutti i Parlamentari italiani ed europei per spiegare le motivazioni dello sciopero generale indetto per il 9 marzo e chiedere di esprimersi sulle discriminazioni sindacali in atto in FIAT. Con la lettera le tute blu della CGIL invitano i Parlamentari a dire la loro sulla lesione dei principi costituzionali attuata dalla FIAT, dalla mancata assunzione a Pomigliano dei lavoratori della FIOM, alla decisione di non reintegrare sul loro posto di lavoro i tre operai di Melfi, nonostante la sentenza del Tribunale di Potenza dei giorni scorsi, per arrivare al mancato riconoscimento delle agibilità sindacali ai delegati della FIOM CGIL, eletti dai lavoratori.

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PENSIONI ED AMMORTIZZATORI SOCIALI

Lavoro: SPI CGIL, risorse da pensioni per gli ammortizzatori sociali innescherebbe guerra fra poveri
 
Dopo la campagna sulla riforma delle pensioni improntata sulla divisione tra giovani e anziani se ne sta aprendo una analoga sul reperimento delle risorse da destinare a quella degli ammortizzatori sociali”. E' quanto dichiarato dal Segretario Generale dello SPI CGIL, Carla Cantone.
Per lo SPI CGIL, però - prosegue Cantone - non è pensabile che queste siano recuperate dall’intervento sulle pensioni e dal blocco dell’indicizzazione annuale perché per noi la partita che riguarda pensionati e pensionandi non è conclusa e deve essere assolutamente riaperta. Altri scenari, che non vogliamo nemmeno immaginare, innescherebbero solo l’ennesima ed inutile guerra tra poveri. Al paese serve ben altro ovvero quel segno di equità che è mancato finora nelle scelte del governo ma anche che si parli finalmente di crescita, di occupazione, di ammortizzatori sociali per tutti, di sanità e di assistenza, non dell’articolo 18”.
E’ evidente che servono risorse ma prima di spendere ciò che è stato tolto ai pensionati si dica piuttosto qualcosa che assomigli alla giustizia sociale a partire dall’istituzione della patrimoniale sulle grandi rendite e dal taglio agli sprechi e ai privilegi. Le risorse tolte al sistema pensionistico - conclude Cantone - devono essere investite prima di tutto per le pensioni stesse, sia per quelle di ieri che per quelle di oggi e di domani”.


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CITTADINANZA

lunedì 5 marzo 2012

Immigrazione: 'Italia sono anch'io', 50mila firme raccolte per 'ius soli'

Martedì 6 marzo consegna alla Camera dei Deputati 

La campagna 'L'Italia sono anch'io' per il riconoscimento dei diritti di cittadinanza ai cittadini migranti, tra cui lo 'ius soli', ha raggiunto l'obiettivo. Sono state raccolte oltre 50 mila firme necessarie per presentare le due proposte di legge di iniziativa popolare per una riforma della legge che attualmente regolamenta l’accesso alla cittadinanza per le persone di origine straniera e l’introduzione del diritto di voto alle elezioni amministrative per gli stranieri residenti. Il 6 marzo alle 11.30 le organizzazioni promotrici della campagna, tra le quali la CGIL, consegneranno le firme alla Camera dei Deputati e alle 12.30 terranno  una conferenza stampa.

All’incontro saranno presenti il presidente del comitato promotore de 'L’Italia sono anch’io' Graziano Delrio, sindaco di Reggio Emilia e presidente dell’ANCI, esponenti delle organizzazioni promotrici, tra cui la segretaria confederale della Cgil, Vera Lamonica, e alcuni dei testimonial che, per la nuova campagna di comunicazione, hanno accettato di ‘metterci la faccia’.  Fra questi il giocatore dell’Ascoli Piceno di origine senegalese Papa Waigo e l’attrice di origine rom Dijana Pavlovic.

L’Italia sono anch’io è stata promossa, nel 150° anniversario dell’Unità d’Italia, da 19 organizzazioni della società civile (Acli, Arci, Asgi-Associazione studi giuridici sull’immigrazione, Caritas Italiana, Centro Astalli, Cgil, Cnca-Coordinamento nazionale delle comunità d’accoglienza,  Comitato 1° Marzo, Coordinamento nazionale degli enti locali per la pace e i diritti umani, Emmaus Italia, Fcei – Federazione Chiese Evangeliche In Italia, Fondazione Migrantes, Libera, Lunaria, Il Razzismo Brutta Storia, Rete G2 - Seconde Generazioni, Sei Ugl, Tavola della Pace, Terra del Fuoco) e dall’editore Carlo  Feltrinelli. Presidente del comitato promotore è il sindaco Graziano Delrio.

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