mercoledì 30 maggio 2012

Strage Brescia: Camusso, serve giustizia per chiudere la pagina della violenza
A trentotto anni dall'esplosione in Piazza della Loggia a Brescia la Confederazione condanna il ritorno di atti terroristici ai nostri giorni e invoca "giustizia, la sola che può chiudere la pagina della violenza".
Sono passati trentotto anni dall'asplosione dell'ordigno in Piazza della Loggia a Brescia, dove trovarono la morte 8 persone e centinaia furono ferite. Un attentato terroristico che, il 28 maggio del 1974 trasformò in una tragedia la manifestazione contro il terrorismo neofascista indetta dai sindacati e dal Comitato Antifascista in corso nella Piazza. Anche quest'anno, soprattutto dopo il doloroso attentato dei giorni scorsi a Brindisi e dopo gli atti intimidatori all'ad. Di Ansaldo Nucleare a Genova, la CGIL ricorda le vittime di quella strage e rivendica giustizia.
Quella di oggi in piazza della Loggia è stata una commemorazione “amara” per il Segretario Generale della CGIL Susanna Camusso, che intervenuta dal palco ha ricordato come l'ultimo processo per la strage si sia concluso, lo scorso 14 aprile, con una sentenza di assoluzione per tutti gli imputati. E in merito alla decisione, cinque anni fa, di togliere il segreto di Stato, Camusso avverte “mentre a noi è assolutamente nota la verità politica, dobbiamo anche domandare quella giuridica. Perchè dal 2007 ad oggi non sono ancora stati aperti gli archivi di Stato, perchè non ci sono i decreti che ci permettano di capire cosa c'è nella storia dei servizi segreti e dei servizi deviati?”. La verità storica, ha proseguito la leader della CGIL “serve alla città, al Paese ma anche ai familiari delle vittime, sospesi nel vuoto della ricerca. La verità serve perchè lo Stato non resti segnato da silenzi ed omertà''.
Facendo riferimento ai giorni nostri e ai fatti che hanno segnato la città di Brindisi e di Genova, Camusso ha sottolineato come oggi in Italia “soffia di nuovo un vento che non ci piace, ci sono troppe cose che non tornano in questi giorni”. Torna, invece, la strategia della tensione, ha spiegato la leader della CGIL “uno scontro che di nuovo guarda alla qualità della democrazia. Viene messo in discussione il patto di cittadinanza, che è quello fiscale che guida il Paese. Si approfitta – ha aggiunto - di un Paese in crisi, cui troppe volte si è risposto frammentando''.
Dunque, per il Segretario Generale della CGIL è necessario “riproporre la responsabilità di essere cittadini democratici, chiediamo giustizia – ha concluso - che sola può chiudere la pagina della violenza''.

lunedì 21 maggio 2012

Bomba Brindisi: Camusso, questa strategia della paura va fermata e sconfitta subito
Intervista al Segretario Generale della CGIL sul quotidiano 'l'Unità': "questo attentato ha una valenza simbolica enorme. Si colpisce una scuola, i giovani, la speranza di un futuro migliore. Chi ha ucciso Melissa ha un obiettivo chiaro in testa: vuole imporre la paura e il silenzio ai giovani, alle loro famiglie, al Paese. Dobbiamo impedirlo tutti insieme"

«Penso a quella ragazza, ai gesti semplici, all’allegria, al sorriso, alla voglia di vivere di Melissa. Penso al dolore insopportabile della sua famiglia. Penso a quelle ragazze a scuola al sabato che organizzano il pomeriggio, gli amici, la sera a ballare. E adesso alla morte, alle lacrime. Ecco... non si può accettare questa violenza, non si può tollerare questa strategia della paura che si vuole imporre al Paese. Dobbiamo reagire e dobbiamo farlo subito».
Susanna Camusso è a Brindisi, oggi la nostra capitale del dolore, a testimoniare la solidarietà e l’impegno del mondo del lavoro, del sindacato, della CGIL di fronte a un attentato terribile, a una violenza crudele, inspiegabile. E di fronte a questi fatti la mente corre subito ad altre stagioni tragiche del Paese, alle stragi impunite di tanti anni fa, al terrorismo, alla mafia.
Possibile che stiamo tornando indietro, segretario Camusso? Siamo dentro a un film già visto? «Per tanti aspetti è un orrore che abbiamo già vissuto. Ci sono troppi segnali, troppe coincidenze che ci preoccupano, che ci confermano nei nostri timori. Avevamo già lanciato l’allarme. Ci sono poteri violenti, interessi nascosti che vogliono occupare lo spazio della politica, restringere gli spazi di democrazia, occuparli con l’arroganza, le armi, la violenza. E’ un progetto che non casualmente emerge in un Paese in gravi difficoltà economiche, che vive una lunga crisi, dove proliferano tensioni sociali, con la classe politica divisa, indebolita, non più credibile agli occhi dei cittadini».
Quali segnali,quali coincidenze la preoccupano? «Chi ha messo la bomba a Brindisi voleva uccidere, fare una strage. Aggiungo: voleva uccidere proprio delle ragazze, questo è un segno, si vuole colpire chi offre speranza ma appare debole, indifesa. I responsabili di questi atti sono proprio “belve infami”, abbiamo usato queste parole nel nostro comunicato unitario. Difficile non pensare a un atto della criminalità organizzata, magari con collegamenti con l’eversione, mentre ci sono le elezioni, c’è la carovana della legalità in città, alla vigilia del ventesimo anniversario dell’uccisione di Giovanni Falcone e del funerale di Stato di Placido Rizzotto, il sindacalista ammazzato dalla mafia. La magistratura e la polizia ci diranno cosa c’è dietro, chi sono i registi, i responsabili, ma questo attentato e i suoi effetti sono un attacco esplicito alla convivenza civile, alla nostra vita democratica. Questo orrore va fermato con la mobilitazione, con la partecipazione, con forti azioni di governo»
A che cosa pensa? «Il Paese vive una deriva pericolosa, c’è un senso diffuso di scoramento, di fallimento, che non ce la possiamo fare a vivere, a lavorare dignitosamente. Voglio dire con forza che la classe dirigente e i partiti hanno grandi responsabilità. Bisogna stare attenti anche alle parole. Non si possono giustificare gli atti di violenza contro Equitalia perchè questi sarebbero la reazione, per alcuni comprensibile, al peso del pagamento delle tasse. Non si può far finta di nulla quando i fascisti di Casa Pound impiccano dei manichini in pubblico. Non si possono sottovalutare certi appelli di terroristi irriducibili a raccogliere le frange disperse o gli attentati di non ben individuate federazioni anarchiche contro i manager di aziende pubbliche».
Dove comincia la risposta democratica alla violenza? «Inizia dalla partecipazione, dalla mobilitazione dei cittadini, dalla tutela degli spazi di democrazia. Non dobbiamo aver paura. Il sindacato confederale non abbasserà la guardia e farà, come in passato, la sua parte. Staremo vicino a chi soffre, a chi ha bisogno di essere difeso, continueremo a batterci per i diritti dei lavoratori e di chi il lavoro non ce l’ha. Questo è il nostro ruolo democratico, per questo faremo la grande manifestazione unitaria il 2 giugno per il fisco e l’occupazione. Poi c’è il governo, ci sono le forze politiche...»
Quali provvedimenti si attende dal governo?«C’è bisogno di uno sforzo straordinario per rafforzare con uomini e mezzi adeguati le forze dell’ordine. Rilanciamo con serietà e competenza i servizi di intelligence. Non bisogna trascurare nulla, dobbiamo dare un giudizio netto, inequivocabile, di condanna della violenza e del terrorismo. Il governo deve agire subito, deve comprendere che Brindisi, con tutta la sua emergenza economica e sociale, non è stata una scelta casuale da parte degli attentatori. Le mafie pugliesi, ritenute sempre così silenti, reagiscono ai colpi subiti, ai beni confiscati, tentano di occupare spazi, di infiltrarsi in nuovi interessi, nella vita civile ed economica».
E i partiti, la politica? «L’Italia ha uno straordinario bisogno di politica proprio in questo momento difficile, soprattutto oggi che ritorna la minaccia della violenza e del terrorismo. La presenza di un governo tecnico è la rappresentazione della mancanza dei partiti, dell’assenza di credibilità della politica. Ma oggi ne abbiamo bisogno, ci serve una politica “alta”, ci vogliono leader affidabili e trasparenti per difendere la legalità come condizione essenziale per lo sviluppo del Paese. Da qui non si scappa, non ci sono scorciatoie».
Che cosa devono fare i partiti? «I partiti devono procedere velocemente a un ricambio, a un’autoriforma, va ripristinata e valorizzata la normale dialettica democratica. Non si può continuare con la proliferazione di partiti personali o padronali, con la politica ridotta alla diffusione di fango a tutto spiano contro tutti, come se tutti fossero uguali, tutti colpevoli».
Segretario Camusso, un attentato a una scuola forse non l’avevamo ancora visto... «È un segno grave, un affronto al nostro Paese, alla nostra democrazia. Questo attentato ha una valenza simbolica enorme. Si colpisce una scuola, i giovani, la speranza di un futuro migliore. Chi ha ucciso Melissa ha un obiettivo chiaro in testa: vuole imporre la paura e il silenzio ai giovani, alle loro famiglie, al Paese. Dobbiamo impedirlo tutti insieme».


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venerdì 18 maggio 2012


Pensioni: CGIL, il governo corregge l'INPS. Ora cambiare subito la circolare sui 15 anni di contribuzione 

“Avevamo ragione: una circolare dell'Inps non può cancellare una norma che non è stata abrogata neanche dalla recente riforma delle pensioni. È una  norma che consente il pensionamento di vecchiaia con 15 anni di contribuzione per coloro che avevano maturato tali requisiti al 31/12/1992, o che a tale data erano autorizzati al versamento volontario”. Lo afferma Vera Lamonica, segretaria confederale della CGIL.

“Si tratta in particolare – spiega Lamonica - di donne e uomini da lungo tempo inoccupati, senza alcuna forma di reddito e privi di qualsiasi possibilità di rientrare nel mercato del lavoro. La circolare Inps, forzando la stessa interpretazione della norma, imponeva a costoro di arrivare a 20 anni di contribuzione per avere diritto alla pensione. Rispondendo ad una interpellanza parlamentare il viceministro Martone è stato costretto a riconoscere tale forzatura. Ora l'Inps deve correggere l'interpretazione data e sanare una palese ingiustizia”.

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mercoledì 16 maggio 2012


Welfare: SPI CGIL, ci vuole massima equità e non tagli a diritti universali
“La riforma del welfare deve essere fatta con la massima equità e non attraverso i tagli ai diritti universali. I pensionati hanno già dato tanto, paghi ora chi ha di più e non sempre i soliti noti”. Così il Segretario Generale SPI CGIL Carla Cantone ha commentato le notizie apparse oggi sui contenuti della riforma del welfare assistenziale proposta dal governo.

“Deve essere garantito l’accesso al sistema del welfare a chi ne ha bisogno - ha continuato Cantone - ed è per questo che è bene che i tagli vadano in un’altra direzione altrimenti si continueranno ad alimentare le disuguaglianze sociali”.
“Ci auguriamo - ha concluso il Segretario Generale SPI CGIL - che quanto riportato oggi su alcuni organi di stampa non corrisponda alla reale intenzione del governo altrimenti ci dovremo comportare di conseguenza”.


lunedì 14 maggio 2012

SPI CGIL, piano sociale, su anziani serve più coraggio. C’è un esercito di non autosufficienti
“Il piano sociale per gli anziani è sicuramente un importante punto di partenza ma non è sufficiente e deve essere esteso a tutto il territorio nazionale”. Così il Segretario Generale SPI CGIL Carla Cantone ha commentato il piano sociale per gli anziani presentato oggi dal governo.
“Serve più coraggio - ha continuato Cantone - perché c’è un esercito di persone anziane che necessitano di un sostegno visto che quelle non autosufficienti hanno raggiunto ormai quota 3 milioni”.

“Non si può pensare allora - ha concluso il Segretario Generale dello SPI CGIL - di non intervenire in modo più ampio e complessivo sull’intero sistema sanitario nazionale, che oggi è sempre più costoso e sempre meno efficiente. Deve essere ripristinato il diritto alla salute per gli anziani attraverso forti investimenti sul welfare e sulla sanità perché solo così si può contestualmente garantire l’accesso alle cure, limitare i costi sanitari e creare una buona occupazione per il rilancio dell’economia del paese”.


venerdì 11 maggio 2012

Una grande manifestazione sindacale unitaria per “avviare un percorso rivendicativo che chiede risposte sui temi del lavoro e del fisco. Non esiste decisione analoga nella storia d'Italia, mai si è tenuta una manifestazione sindacale il 2 giugno". Così il Segretario Generale della CGIL in occasione della conferenza stampa di oggi:"è auspicabile e rivendicabile che il governo cambi la politica economica. Il punto di rottura è molto vicino" .
 
 
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