Partecipatissima la manifestazione presidio davanti a
Montecitorio promossa da oltre 40 organizzazioni del terzo settore e del
mondo sindacale appartenenti alla rete 'Cresce il welfare, cresce
l'Italia'. Una delegazione ha incontrato i gruppi parlamentari (Pd, Udc,
Lega Nord, Idv, Pdl e Fli) prima della chiusura del tempo per la
presentazione degli emendamenti alla Legge di stabilità. Si chiede il
rifinanziamento dei fondi Politiche sociali e non autosufficienza che
sono stati praticamente azzerati
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“Tutti i gruppi
parlamentari che oggi hanno ricevuto la delegazione della
rete 'Cresce il welfare, cresce l'Italia' hanno preso
degli impegni molto precisi con noi, sui quali ora
vigileremo e presidieremo. Quello di oggi è stato un
segnale molto importante che abbiamo dato al Paese. Per la
prima volta dopo tanti anni si sono dette due cose
fondamentali: che bisogna finirla con la politica dei
tagli al welfare e che è arrivato il momento di restituire
alla società almeno una parte del mal tolto”. Questo il
commento di Vera Lamonica, Segretario Confederale della
CGIL alla manifestazione-presidio di 40 organizzazioni
del terzo settore e del mondo sindacale che si è svolta
questa mattina (31 ottobre) davanti a Montecitorio in
contemporanea alle ultime battute parlamentari prima della
chiusura della consegna degli emendamenti alla legge di
stabilità.
Sia Vera Lamonica, sia gli altri protagonisti della
manifestazione che poi hanno parlato in conferenza stampa
(Paolo Beni, presidente dell'Arci e Paola Menetti,
presidente di Lega coop sociali), hanno dato la notizia
della disponibilità dei gruppi parlamentari (dal Pd al
Pdl) di presentare emendamenti sul welfare, in particolare
sui tagli al sociale e sul clamoroso taglio del Fondo
sociale nazionale. Abbiamo infatti assistito finora ad un
vero e proprio smantellamento del Fondo sociale, ma i
gruppi parlamentari che hanno ricevuto la delegazione
della rete Cresce il welfare hanno detto che si sarebbero
impegnati con il governo al ripristino del Fondo per le
politiche sociali e al Fondo per la non autosufficienza.
Se si ottenesse questo, sarebbe un primo passo sulla
strada di un rifinanziamento del welfare che risponda alla
domanda sociale di servizi che c'è nel Paese.
L'altro punto su cui si sono impegnati i gruppi
parlamentari riguarda il generale rifinanziamento di tutti
i fondi per il sociale che hanno subito nell'ultimo
periodo un ridimensionamento di oltre il 10%, con il
rischio che in alcuni snodi vitali del welfare italiano
venga meno l'erogazione dei servizi sociali essenziali,
con la conseguente perdita di migliaia di posti di lavoro
di chi oggi è impegnato in questi settori di prossimità
sociale.
In attesa della chiusura del tempo per la presentazione
degli emendamenti alla legge di stabilità i promotori
della manifestazione di oggi esprimono soddisfazione non
solo per gli impegni presi dai gruppi politici, ma anche
per la grande e particolare presenza in piazza. C'erano
infatti quasi tutte le associazioni che si occupano di
disabilità ed era rappresentato quasi tutto il variegato
mondo del Terzo settore.
Le cinquanta organizzazioni del terzo settore e del mondo
sindacale, tra cui la CGIL, lo SPI, la Funzione Pubblica
CGIL e l'INCA, che hanno dato vita alla mobilitazione e
alla campagna 'Cresce il welfare, cresce l’Italia'
si erano date appuntamento in piazza Montecitorio (sotto
una pioggia inclemente), proprio per dire al governo Monti
che “è sbagliato contrapporre welfare e crescita
economica, anzi che proprio il welfare rappresenta un
motore di sviluppo per far ripartire il nostro Paese”.
Si ribadisce dunque la richiesta al governo di una decisa
inversione di tendenza nella manovra di bilancio 2013:
“Basta tagli al sociale e subito un rilancio delle
politiche di welfare per puntare davvero allo sviluppo
dell’Italia”, affermano, spiegando come sia indispensabile
“mettere in moto una politica di investimenti nel sociale
che generi lavoro, solidarietà, coesione, sostegno alle
fasce economiche più povere”. “Il governo Monti – dice la
Rete del welfare - ha iniziato il suo operato comunicando
tre parole d’ordine: rigore, crescita, equità. Ad oggi è
stato applicato ampiamente soltanto il rigore”.
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