COMPRAVENDITA

lunedì 20 dicembre 2010

Totò ce l'aveva già detto. Guarda il video cliccando qui sotto.
http://www.youtube.com/watch?v=Y04Wp40KIM8

DOCUMENTO DI EMERGENCY

martedì 14 dicembre 2010

Il mondo che vogliamoè il titolo del documento che Emergency ha discusso durante il suo nono incontro nazionale a Firenze, 7-12 settembre 2010.

Crediamo nella eguaglianza di tutti gli esseri umani a prescindere dalle opinioni, dal sesso, dalla razza, dalla appartenenza etnica, politica, religiosa, dalla loro condizione sociale ed economica.
Ripudiamo la violenza, il terrorismo e la guerra come strumenti per risolvere le contese tra gli uomini, i popoli e gli stati. Vogliamo un mondo basato sulla giustizia sociale, sulla solidarietà, sul rispetto reciproco, sul dialogo, su un'equa distribuzione delle risorse.
Vogliamo un mondo in cui i governi garantiscano l'eguaglianza di base di tutti i membri della società, il diritto a cure mediche di elevata qualità e gratuite, il diritto a una istruzione pubblica che sviluppi la persona umana e ne arricchisca le conoscenze, il diritto a una libera informazione.
Nel nostro Paese assistiamo invece, da molti anni, alla progressiva e sistematica demolizione di ogni principio di convivenza civile. Una gravissima deriva di barbarie è davanti ai nostri occhi.
In nome delle "alleanze internazionali", la classe politica italiana ha scelto la guerra e l'aggressione di altri Paesi.
In nome della "libertà", la classe politica italiana ha scelto la guerra contro i propri cittadini costruendo un sistema di privilegi, basato sull'esclusione e sulla discriminazione, un sistema di arrogante prevaricazione, di ordinaria corruzione.
In nome della "sicurezza", la classe politica italiana ha scelto la guerra contro chi è venuto in Italia per sopravvivere, incitando all'odio e al razzismo.
È questa una democrazia? Solo perché include tecniche elettorali di rappresentatività? Basta che in un Paese si voti perché lo si possa definire "democratico"?
Noi consideriamo democratico un sistema politico che lavori per il bene comune privilegiando nel proprio agire i bisogni dei meno abbienti e dei gruppi sociali più deboli, per migliorarne le condizioni di vita, perché si possa essere una società di cittadini.
È questo il mondo che vogliamo. Per noi, per tutti noi. Un mondo di eguaglianza.

SULL' ACQUA PUBBLICA

Referendum contro la privatizzazione dell'acqua: via libera della Corte di Cassazione
La Corte di Cassazione ha comunicato al Comitato Promotore dei Referendum per l'acqua pubblica, l'avvenuto conteggio delle firme necessarie alla richiesta dei referendum. Un passaggio scontato dopo la straordinaria raccolta firme che ha portato alla Corte, lo scorso luglio, 1 milione e 400 mila sottoscrizioni. Adesso tocca alla Corte Costituzionale dare il via libera ai quesiti entro la metà di febbraio, mentre la data del voto è prevista nella primavera 2011. Con l'avvicinarsi del voto popolare si fa sempre più pressante la richiesta di moratoria sulle scadenze del Decreto Ronchi, almeno fino a quando gli italiani non i saranno espressi. Quello della Cassazione è un altro passo avanti nel percorso referendario e nella battaglia per la ripubblicizzazione dei servizi idrici. Siamo sempre più vicini alla liberazione del bene comune acqua dalle logiche del mercato e del profitto.

SULL'EMIGRAZIONE DAL VENETO ORIENTALE

martedì 7 dicembre 2010

Interessante libro di Imelde Rosa Pellegrini e Ugo Perissinotto sull’emigrazione dal Veneto Orientale.

Il Libro si intitola:Emigrazione dal Veneto orientale tra Ottocento e Novecento. Storia e antologia”


I notabili del tempo li definiscono sovente “villici illetterati”, “indigenti di comprovata miserabilità”. Muovono in prevalenza dalle zone più depresse del territorio, dove il processo di bonifica sta movendo nell’ultimo trentennio dell’Ottocento i suoi primi passi risolutivi, a seguito di una legislazione in grado ora di affrontare meglio il problema del risanamento del territorio a seguito del compimento dell’unità nazionale e della privatizzazione delle “comugne” che rendono possibile l’avvio del processo di capitalizzazione della terra.
Vanno nelle “Austrie” e nelle “Germanie” dove è in atto la prima rivoluzione industriale o nelle fattorie dell’America latina, specie in Brasile, a sostituire la manodopera degli schiavi negri appena liberati .
Li spinge il desiderio di assicurare ai figli più cibo e più dignità, anche se spesso incontrano lungo le strade del mondo rifiuto e pregiudizio.
Ci parlano ancora , a distanza di tanti anni, dalle carte ingiallite degli archivi comunali e parrocchiali locali, dai giornali d’epoca, dalle lettere che con stentata grafia scrivono dai lontani luoghi di emigrazione, spesso controfirmati da una croce.
Il libro ricostruisce con puntualità e rigore questa epopea di popolo , evidenziando nel contempo il volto del Veneto orientale tra la fine dell’Ottocento e la vigilia della prima guerra mondiale che ha dato il via alla prima emigrazione di massa.
Sono reperibili nei vari capitoli dati statistici, riferimenti bibliografici precisi che danno al lettore la possibilità di approfondire ulteriormente le varie tematiche affrontate. La complessità del fenomeno migratorio quale si determina tra Ottocento e Novecento nel Veneto orientale emerge chiaro nella ricostruzione delle vicende che gli sono sottese: lo scontro tra interessi diversi, tra agrari e manovalanza , tra valori arcaici e l’emergere di nuove aspirazioni libertarie, tra sindacalismo cattolico e laico, tra il dispiegarsi di nuove forme di sfruttamento che coinvolge anche i minori e il lento affermarsi di più solidi principi di giustizia sociale.
Alle voci dei primi emigranti si affiancano quelle delle generazioni che di questo primo esodo hanno raccolto i frutti nei lontani paesi, le generazioni dei figli e dei nipoti che, portandosi appresso i segni valoriali della terra di origine dei loro padri, hanno dato, poi, nel nuovo mondo un importante contributo di lavoro, di impegno sociale, di civiltà: si veda la copiosa antologia che ci restituisce tracciati di vita delle terze, quarte, quinte generazioni, il cui cognome è ancora presente negli attuali elenchi telefonici dei nostri paesi.
Merita sottolineare il grande valore dell’apparato fotografico che correda l’opera: si tratta di immagini inedite , che ci parlano della prima emigrazione locale in modo eloquente più e meglio di quanto non riescano a fare pagine e pagine di parole.

CALA IL POTERE D'ACQUISTO DELLE PENSIONI


PENSIONI

RIDOTTE

PER 5 MILIONI 

E MEZZO

DI ITALIANI,

650.000 VENETI

Il 1° gennaio 2011 scade l’accordo per il potenziamento della rivalutazione annuale delle pensioni ...
il governo Berlusconi è indifferente!
I pensionati che percepiscono attualmente
un reddito da pensione lordo mensile
fino a 1.383 euro, avranno il recupero
integrale sull’inflazione nella misura prevista
dell’1,4%. I redditi al di sopra di tale cifra
saranno invece i più colpiti
con il ritorno al sistema di perequazione
precedente all’accordo sindacati-governo Prodi
del 2007, rimasto in vigore fino a fine 2010.
Grazie a quell’intesa, infatti, nel triennio
appena trascorso i pensionati che prima
ricevevano solo una parte dell’adeguamento al
costo della vita hanno potuto beneficiarne nella
misura del 100%.
Inoltre, per coloro che avevano pensioni entro
gli 800 euro mensili, fu istituita la cosiddetta
“quattordicesima mensilità”.

LO SPI CGIL VENETO
chiede
la proroga immediata della validità dell’accordo del 2007,
lo stanziamento delle risorse per la scala mobile delle pensioni
e la riapertura del tavolo di trattativa sull’aumento
delle pensioni

Ancora armi

giovedì 2 dicembre 2010

In questi giorni il Governo si aspetta di ottenere dal Parlamento una delega. Che gli permetterà, con una manovra di sottobanco, di rilanciare la vendita di armi italiane nel mondo. Ciò porterà allo stravolgimento della legge 185 del 1990, approvata dopo una vasta mobilitazione della società civile e importante perché regola il controllo dell'export di armamenti. Ma non è finita.

La prossima Legge Finanziaria potrebbe destinare centinaia di milioni di euro per la continuazione del programma di riarmo relativo ai 131 cacciabombardieri F35 Joint Strike Fighter che l'Italia è intenzionata ad acquisire. La spesa complessiva, che impegnerà il nostro paese fino al 2026, è colossale: oltre 15 miliardi di euro (cioé oltre 29000 miliardi di vecchie lire). Cifra che è destinata ad aumentare di anno in anno. Alcuni Paesi europei (Olanda e Gran Bretagna) aderenti allo stesso Programma militare hanno già fatto un passo indietro. L'Italia, invece, ufficialmente ancora no
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