TRATTATIVA COL GOVERNO

martedì 28 febbraio 2012

“E’ nostro obiettivo e nostra intenzione fare un accordo per riformare seriamente il mercato del lavoro partendo dalle priorità: ridurre la precarietà, allargare le tutele e mantenere i diritti”. Così il Segretario Generale della CGIL, Susanna Camusso, nel corso della relazione al comitato direttivo di Corso d'Italia, ribadisce la posizione del sindacato in merito alla trattativa con il governo sulla riforma del mercato del lavoro.

“Le tre priorità - osserva il Segretario Generale della CGIL - guardano in particolare ai giovani e ai tanti esclusi dal mercato del lavoro e rappresentano la modalità unica per ricomporre la dualità senza che si debba scegliere un soggetto contro un altro”.
Camusso ha poi sottolineato la necessità di sciogliere il nodo delle risorse al tavolo della trattativa, soprattutto per quanto riguarda il tema ammortizzatori sociali: “Non si può fare una riforma, con la pretesa di allargare le tutele, senza metterci le risorse adeguate. Puntando ad una sola logica di risparmio si ridurranno fortemente le tutele invece che allargarle”.
Ma se l’obiettivo della CGIL è quello di arrivare ad un accordo per una seria riforma del mercato del lavoro, deve essere altrettanto chiaro che questo non è risolutivo per creare occupazione. “Occorre - afferma Camusso - dare risposte al tema della crescita, che rimane il punto fondamentale, e ridurre il carico fiscale sui lavoratori dipendenti e sui pensionati”.
Per favorire la crescita e creare lavoro, secondo il Segretario Generale della CGIL. “Servono politiche industriali”, e a proposito di questo “il governo deve battere un colpo sulla FIAT, adesso che è diventato esplicito il fatto che il gruppo automobilistico non ha intenzione di investire e di rinnovare la produzione nel Paese, ma sta semplicemente domandandosi quali altri due stabilimenti chiudere”. Per il numero uno della confederazione di Corso d'Italia, inoltre, “c'è poi bisogno di anticipare gli investimenti, da una parte allentando il patto di stabilità dei comuni, dall'altra chiamando il sistema delle imprese, pubbliche e private, e chiedere loro di anticipare gli investimenti in programma”. Infine, “bisogna fare politiche pubbliche per produrre lavoro per i giovani e dare una prospettiva al Paese partendo dalla cura di quest'ultimo”.


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