lunedì 16 aprile 2012

Pensioni: Camusso, il Governo ci convochi e ci dica i numeri veri
Sindacati in piazza contro la riforma delle pensioni, “basta promesse, è il momento di trovare risposte per le migliaia di persone senza lavoro, redditi e pensione”. Per Camusso, a conclusione della manifestazione: "se il governo dovesse confermare che sono 65mila gli esodati, cioè gli stessi già annunciati tre mesi fa, non resta che una strada: chiedere le dimissioni del presidente dell'INPS che non ha il coraggio di dire i numeri reali e sta rifiutando tante domande di pensione” .
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La lotta proseguirà fino a che il Governo non convocherà un incontro con i sindacati per garantire a tutti il diritto alla pensione e al lavoro. E' l'impegno assunto oggi in piazza a Roma da CGIL, CISL e UIL in occasione della manifestazione nazionale. Una piazza unita, colorata dalle bandiere delle tre Confederazioni per dire al Governo 'Basta promesse' è il momento di trovare risposte immediate per tutti coloro che, a seguito di una riforma delle pensioni pensata semplicemente per fare cassa, si sono trovati senza un futuro e senza un presente.
Migliaia di lavoratori e lavoratrici hanno risposto così all'appello dei sindacati e da tutta Italia sono arrivati a Roma per la manifestazione nazionale contro la riforma delle pensioni. Da Piazza della Repubblica, il corteo aperto dallo striscione 'Basta promesse per chi è rimasto senza lavoro, reddito e pensione', ha percorso via delle Terme di Diocleziano, Via Amendola, via Cavour, Via dei Fori Imperiali, Piazza Venezia per poi riempire Piazza SS. Apostoli dove sono intervenuti i leader dei sindacati CGIL, CISL, UIL, Camusso, Bonanni, Angeletti
Il Governo deve avere il coraggio di fare un passo indietro e non racconti numeri finti”. Così il Segretario Generale della CGIL, Susanna Camusso, aprendo il suo intervento dal palco allestito in piazza SS. Apostoli, replica al ministero del Lavoro che ieri ha fornito i dati sul numero degli esodati, appena 65mila: “troppi fantasmi” avverte Camusso, secondo la quale il Governo avrebbe "cancellato" dai suoi calcoli centinaia di migliaia di persone. All'esecutivo la leader della CGIL chiede di riaprire un confronto, “deve sapere - afferma - che ad ognuna di queste persone bisogna dare una soluzione previdenziale”. Se il governo dovesse confermare che sono 65mila gli esodati, cioè gli stessi già annunciati tre mesi fa, per Camusso “non resta che una strada: chiedere le dimissioni del presidente dell'INPS, incapace di governare le condizioni e i contributi dei lavoratori. Non ha il coraggio - aggiunge - di dire i numeri reali e sta rifiutando tante domande di pensione”.
Per una riforma più equa sul piano sociale, il Segretario Generale della CGIL individua alcune “soluzioni tecniche”. “Se è vero che esistono e continuano ad esistere nel nostro Paese tante pensioni d'oro, se è vero che esistono tanti dirigenti pubblici che hanno accumulato e continuano ad accumulare grandi stipendi e risorse, se è vero che sono in tanti a possedere grandi redditi e grandi ricchezze, da li si trovino le risorse” spiega Camusso dal palco, perchè, prosegue “equità per noi significa dare a chi ha di meno e non continuare a difendere chi ha di più”.
Basta quindi fare cassa con i lavoratori dipendenti e i pensionati. “Non si salva il Paese senza salvare gli italiani, e cioè i lavoratori”, con queste parole il Segretario Generale della CGIL conclude la manifestazione in piazza SS. Apostoli.

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