Dai poveri ai ricchi

venerdì 17 settembre 2010

Metà delle risorse per i poveri consegnate ai ricchi
Il sindacato dei pensionati della CGIL fa sapere che nel 2008 su circa 4,6 miliardi solo un terzo è andato a chi ne aveva bisogno.
“IL GOVERNO HA TOLTO AI POVERI PER DARE AI RICCHI”

Su circa 4,6 miliardi di euro destinati nel 2008 dall'attuale governo alle famiglie meno abbienti, solo un terzo è andato a quelle che ne avevano davvero bisogno. La metà dei soldi sono stati dati alle famiglie ricche e del ceto benestante. “E nel 2009 vista la natura degli strumenti, non può essere andata meglio”. E' quanto emerge da uno studio condotto dal sindacato dei pensionati della CGIL sui dati della Commissione di indagine sull'esclusione sociale che opera alle dipendenze del Ministero del Lavoro. Nel calcolo vengono individuate le risorse spese, nel 2008, per social card, bonus famiglia, bonus elettrico e abolizione dell'ICI sulla prima casa.


Secondo lo studio per quanto riguarda l'abolizione ICI sulla prima casa, sui 2 miliardi di euro spesi, solo 23 milioni di euro sono finiti ai 'poveri assoluti', mentre ben 725 milioni di euro (36%) sono andati a vantaggio dei ricchi; ai 'poveri relativi', sono andati 132 milioni di euro mentre la classe media ha ricevuto 855 milioni di euro, 43% del totale. Inoltre sui quasi 2 miliardi (1.936 milioni) di euro stanziati per bonus famiglia e social card , il 75% è andato alle famiglie meno abbienti, mentre il 25 per cento è comunque finito alle famiglie medie e ricche. Anche il 2% circa dei 385 milioni di euro stanziati per la social card è andato a chi non ne aveva certo bisogno; così come il 5% dei 282 milioni di euro spesi  per il bonus elettrico.

Lo SPI CGIL resta convinto che, in questa fase, “il solo obiettivo del movimento sindacale deve essere l'affermazione di una politica economica e sociale che promuova il lavoro e lo sviluppo e renda meno ingiusto questo paese”. “La via maestra per ridistribuire la ricchezza – spiega Cantone - resta quella fiscale” ossia la “lotta all'evasione e tassazione delle rendite più elevate per reperire le risorse necessarie a contrastare la povertà e aumentare il reddito da lavoro e le pensioni” afferma la sindacalista secondo la quale, su queste priorità e sul fondo per la non autosufficienza “il sindacato dei pensionati, cosi come CGIL, CISL e UIL, da tempo hanno indicato strumenti e obiettivi. Su questo – conclude - il governo ci deve rispondere, e se troverà un sindacato unito, non avrà scappatoie”.