Convegno sulla Resistenza a La Salute di Livenza

martedì 27 aprile 2010

A La Salute di Livenza, sabato 24 aprile, al numeroso pubblico venuto ad assistere al convegno su Movimento democratico e Resistenza nel territorio organizzato dalla Lega SPI Livenza e dall'ANPI di Portogruaro, sono state illustrate le figure ad un tempo eroiche e tragiche raffigurate nella omonima grande Mostra  che ne conserva il ricordo: gli umili scariolanti che all'inizio del Novecento nelle paludi della Bassa hanno dato il via, uniti in leghe di miglioramento, ala prima richiesta di giustizia e di dignità, poi spenta dalla dittatura fascista. A queste si sono aggiunte quelle dei partigiani resistenti, figli di questi pionieri di democrazia che hanno dipanato, poi, il filo rosso del riscatto popolare, quelle delle vittime di una violenza diffusa che nel Portogruarese tra il 1943 ed il 1945 ha scritto la pagine tragiche degli impiccati di Blessaglia, di Portogruaro, degli uccisi delle varie contrade.
Nella sala della Delegazione di La Salute sono state rievocate le voci di Costante Garziera, partigiano, sindacalista, comunista e le ultime parole di Luigi Ciol che dal carcere di Udine scrive la sua ultima lettera ai genitori prima di essere giustiziato. Ma hanno parlato ai presenti anche i numerosi gesti di accoglienza nella famiglie contadinedegli ebrei e dei prigionieri alleati in fuga, le voci dei militari italiani caduti a Cefalonia e a Corfù e nei lontanifronti della guerra o a lungo confinati nei vari campi di internamento e di sterminio in Euroipa: per rinsaldare il progetto di un mondo futuro di domocrazia per le nuove generazioni.
Ricordiamo la lettera di Luigi Ciol (di Cintello di Teglio Veneto) alla famiglia prima della sua esecuzione.

Dalle mie prigioni vi scrivo.

Carissimi famigliari, 
vengo a voi con queste mie, ultime parole, facendovi sapere che sono
condannato a morte, ma non disperatevi per me.
Speriamo che tutto vada bene, se non va bene va male.
Cara Mamma se anche muoio io ti restano lo stesso altri quattro leoni, niente da fare così è il destino,
io e Gino Nosella, i più disgraziati dei condannati a morte.
Luigi detto Boschin parte per la Germania, vi faccio sapere che insieme a noi due è anche il cugino Benito di Cordovado, anche lui condannato a morte. Speriamo che tutto vada bene, ma siamo che aspettiamo momento per momentoe siamo in trentasette condannati a morte.
Un saluto ai parenti e paesani.
Una idea è una idea e nessuno la rompe. A morte il fascismo e viva la libertà dei popoli.
Un saluto a Natale Tomba e a sua moglie Gigia e ai padroni.
Se il destino e sfortuna mi rapì, vi chiedo perdono a tutti, papà mamma e fratelli.
Girare attorno qua e là per la prigione e a dirsi che siamo condannati a morte, ma ormai è così e viva la libertà dei popoli.
E' coì l'ultimo saluto che vi faccio.
Bacioni ai nonni che preghino per me tanto e vi bacio tutti.
Vostro Luigi.