LA CGIL SU FISCO CONTRATTI DEMOCRAZIA

venerdì 24 giugno 2011

Le proposte della CGIL
su fisco, contratti, democrazia, rappresentanza
Tante le questioni trattate dal Segretario Generale della CGIL, Susanna
Camusso durante la conferenza stampa. La leader della CGIL ha ribadito
"un netto no alla manovra economica" del governo che è insostenibile per
il Paese e rilanciato "la proposta di tassare le grandi ricchezze e le rendite
finanziarie con l'obiettivo di ridurre le aliquote più basse"
L'Italia è ancora in grande difficoltà, mentre il Presidente del consiglio
continua a parlare di un Paese che non c'è. La situazione è invece grave
ed è evidente che si sono persi 3 anni. Siamo quelli che crescono di
meno ed è per questo che bisognerebbe smetterla con le bugie e con
le false rappresentazioni. E' stato per esempio raccontato che noi
saremmo a favore della manovra del ministro dell'economia. Noi pensiamo
che se si fa la manovra Tremonti senza prima promuovere la crescita il
Paese non è in grado di sopportarla”. Così Susanna Camusso,
Segretario generale della CGIL, ha voluto precisare oggi con una
conferenza stampa le posizioni della CGIL sulla manovra, ma anche sulla
riforma fiscale e sull'imminente incontro con Confindustria e gli altri
sindacati sulla rappresentanza sindacale e sui contratti.
La manovra sul debito
Per quanto riguarda la manovra, Susanna Camusso è stata chiara: senza un recupero effettivo della
crescita il Paese non è in grado di reggere una manovra di tale entità (40 miliardi di euro). La CGIL
ribadisce quindi il suo netto no ad una manovra che si basi sul taglio delle risorse pubbliche e in
particolare nei settori della sanità, dell'istruzione e del welfare. Si devono scegliere quindi strade
alternative a quelle dei tagli lineari e si deve andare subito nella direzione di una vera
redistribuzione delle ricchezze e della riduzione della diseguaglianza. In ogni caso il tema
centrale deve essere quello della crescita. Senza crescita non solo non si potrà reggere la
manovra, ma diventerà “infinito” l'inseguimento del debito (senza prospettive per il Paese).
La riforma fiscale
Per ridurre le diseguaglianze e contribuire ad un rilancio dell'economia si deve partire dal fisco, ma
anche qui con un approccio molto diverso da quello proposto dal governo. “Bisogna spostare i pesi
a favore di una riduzione della pressione fiscale per i lavoratori e i pensionati”. Con la proposta
del governo si parte invece con il piede sbagliato perché si favoriscono i redditi più alti. La CGIL
rilancia al contrario la sua proposta di tassare le grandi ricchezze e le rendite finanziarie con
l'obiettivo di ridurre le aliquote più basse. A invarianza di gettito, è possibile realizzare uno
spostamento dei pesi della pressione fiscale. Con lo schema delle tre aliquote (20, 30, 40) saremmo
invece di fronte ad un aumento della pressione fiscale per il ceto medio e ad un premio per i redditi
superiori ai 75 mila euro, ovvero la base elettorale di riferimento del Governo.
Per quanto riguarda l'evasione fiscale che in Italia ha un peso enorme, secondo Susanna Camusso
si potrebbero fare intanto alcune cose apparentemente minori. Da una parte si potrebbe abbassare
a 500 euro la soglia della tracciabilità degli scambi in denaro contante, mentre l'economia
sommersa potrebbe intanto essere aggredita rendendo reato penale il caporalato.
Si potrebbero anche realizzare riforme a “costo zero”, come per esempio il coinvolgimento dei
Comuni e delle Regioni nel controllo dell'evasione fiscale fornendo la possibilità agli enti pubblici
di utilizzare parte delle risorse recuperate per finanziare l'allentamento del Patto di stabilità. Inoltre,
oltre alla proposta sul reato di caporalato, sarebbe necessaria una revisione della normativa sugli
appalti sempre con l'obiettivo di far emergere il lavoro nero.


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