martedì 26 giugno 2012

INPS: CGIL, serve piano industriale, basta indiscrezioni
“A sei mesi dal decreto Salva Italia non c'è ancora nessun piano industriale per il Super INPS mentre si continua a giocare coi numeri e con le aspettative e i timori dei lavoratori”. E' quanto affermano la Segretaria Confederale della CGIL, Vera Lamonica, e la Segretaria Generale della FP CGIL, Rossana Dettori, in merito al piano di accorpamento di Inpdap ed Enpals nell'Inps diffuso oggi da 'Il Messaggero'.

“Sono passati circa sei mesi dall’approvazione del decreto Salva Italia e continua a non essere esplicitato e reso pubblico un vero e proprio piano industriale e di riorganizzazione funzionale del nuovo Ente”, affermano le due dirigenti sindacali nel sottolineare che “ciò che del dibattito pubblico ha interessato in questi mesi l’Inps continuano ad essere indiscrezioni giornalistiche, veline e dichiarazioni stampa tutte giocate sui numeri: quelli relativi degli 'esodati' della riforma Fornero, quelli dei possibili milioni di euro di risparmio che deriverebbero dal processo di accorpamento degli enti, quelli delle lavoratrici e dei lavoratori in esubero”.

Lamonica e Dotteri aggiungono inoltre che “da un Governo di 'tecnici' e da un Ente a caratteristica 'operativa' ci aspetteremmo veramente qualcosa d’altro. La si smetta una volta per tutte di giocare coi numeri; la si smetta di offrire alle lavoratrici ed ai lavoratori coinvolti in questo grande e complicato processo di riorganizzazione uno spettacolo così confuso, contraddittorio, schizofrenico e strumentalmente allarmista. La risposta che ci aspettiamo è che si fornisca al dibattito pubblico un piano industriale credibile sul quale coinvolgere positivamente le lavoratrici ed i lavoratori”.

La CGIL e  la FP CGIL, quindi, “chiedono a tutti di far cessare immediatamente quest’uso 'contabile' dei temi che interessano l’Inps, a cominciare da quelli che interessano il lavoro, i livelli occupazionali, le paventate mobilità. In tutto il lavoro pubblico è partita la mobilitazione unitaria contro una 'spending review' che per il Governo si traduce esclusivamente in riduzione di risorse per i servizi di welfare, di tagli ai livelli occupazionali, di compressione dei perimetri pubblici. Questa mobilitazione attraverserà anche l’Inps, a maggior ragione se il quadro entro il quale quella riorganizzazione deve procedere è così desolante e approssimativo”, concludono Lamonica e Dettori.